Mountain Wilderness, cambio della guardia. Pinelli lascia la presidenza

Nel suo editoriale in Mountain Wilderness Notizie in questi giorni in distribuzione tra i soci dell’associazione, Carlo Alberto Pinelli annuncia la decisione di non ricandidarsi nel Consiglio di MW. “Al presidente uscente”, è riportato a margine del suo scritto nel periodico diretto da Luigi Casanova, “va la gratitudine degli iscritti per il limpido operare e il fervore nel tenere alti gli ideali della nostra associazione”. Pinelli, accademico del Club Alpino Italiano, regista, docente universitario nel campo della cinematografia, da sempre impegnato sul fronte delle politiche ambientali, leader negli anni Novanta dell’operazione “Free K2”, fu tra i fondatori trent’anni fa dell’associazione ambientalista. Il suo mandato scade con l’Assemblea elettiva che si svolge a Verona domenica 2 aprile 2017. “Lascerò con fiducia ad altri di voi”, scrive Pinelli nell’editoriale, “la responsabilità di guidare la barca ormai ben calibrata e calafatata di Mountain Wilderness Italia nei flutti di una stagione socio-politica che si annuncia non facile. Guardando indietro, ai progetti e alle speranze che mi avevano convinto a rientrare nel gruppo dirigente nazionale, gli insuccessi si sono intrecciati ai successi, nell’arco di questi tre anni per tanti versi cruciali che ci stiamo lasciando alle spalle”.

Carlo Alberto Pinelli qui in primo e piano e sopra il titolo durante una riunione del consiglio direttivo alla Società Escursionisti Milanesi (ph. Serafin/MountCity)

Tra gli insuccessi, Pinelli segnala il fallimento della campagna di proselitismo di Mountain Wilderness Italia che tuttavia oggi è ripresa con vigore sotto la spinta dei giovani attivisti entrati nell’associazione con una presenza costante sui nuovi media. “D’altro canto”, aggiunge Carlo Alberto (per gli amici Betto), “il Consiglio nazionale uscente ha realizzato moltissime cose positive, lavorando con tenacia per fare della nostra piccola associazione un interlocutore rispettato ed apprezzato, sia all’interno dell’arcipelago dell’associazionismo ambientalista, sia nel vasto mondo delle istituzioni, dei media, dell’opinione pubblica interessata alla difesa del patrimonio naturale, montano o no. Ricordiamo le nostre iniziative controcorrente per denunciare l’inconsistenza dei vantaggi energetici derivata dall’invasione sregolata delle pale eoliche; la nostra difesa della “mission” dei parchi nazionali e più in generale della natura protetta culminata con la Carta di Fontecchio, cardine di una nuova visione del protezionismo; l’opera dei nostri esperti per evitare lo stravolgimento della legge quadro sulle aree naturali protette; la conquista di un nostro ruolo originale come “ponte” tra gli abitanti dei parchi e la burocrazia degli Enti incaricati di gestirli; la nostra presenza critica, senza sconti, ma anche propositiva all’interno della Fondazione Dolomiti patrimonio dell’umanità UNESCO; la nostra tenace, costante opposizione all’eliski, ai quad, ai fuoristrada e alle motoslitte, opposizione che sta conquistando il consenso di categorie sempre più ampie di montanari ed ha portato alla scomparsa degli elicotteri turistici in Marmolada e nel comune piemontese di Balme; l’istituzione del comitato etico-scientifico dell’associazione che ci aiuta a dare sostanza a tante nostre posizioni e si è espresso anche a sostegno della nostra dura opposizione alle magniloquenti stazioni d’arrivo della Funivia dei Ghiacciai al Monte Bianco; la nomina di un addetto stampa e pubbliche relazioni e di uno staff di volontari di alto livello che operano per migliorare l’impatto del Notiziario”.

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