Monte Rosa – Cervino. Collegamento costi quel che costi
Non sta né in cielo né in terra che il collegamento funiviario fra Ayas e Cervinia attraverso il vallone delle Cime Bianche sia da ascriversi “all’accessibilità sostenibile che valorizza e conserva il patrimonio ambientale e paesaggistico”. Questo scrive in Facebook Marcello Dondeynaz riferendosi all’approvazione il 15 dicembre 2016, da parte del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, del piano relativo al collegamento intervallivo tra i comprensori Monte Rosa e Cervino e tra gli impianti di Pila e di Cogne. Il piano, oggetto di annose discussioni, s’inserisce all’interno degli obiettivi di “Alplinks”, il progetto con cui si vorrebbe creare un mega comprensorio sciistico realizzando ilcollegamento funiviario tra la Val d’Ayas e Cervinia, per un investimento di 50 milioni di euro. Dondeynaz fa parte del gruppo di lavoro “Ripartire dalle Cime Bianche” che ha anche una pagina fb e ha organizzato l’estate scorsa una serie di incontri a Champoluc di cui ha ampiamente riferito mountcity.it. Il gruppo, a quanto è stato precisato, non si propone di contrastare il progetto ma di evidenziare come tra le ipotesi di sviluppo turistico della valle finora prese in considerazione, “poca o nessuna attenzione è stata posta a progetti alternativi più rispettosi dell’ambiente, aventi l’obiettivo di potenziare l’offerta turistica destinata a persone desiderose di frequentare, sia d’inverno che d’estate, un ambiente di elevato valore naturalistico e paesaggistico”.
Il vallone delle Cime Bianche attraversato dagli impianti annunciati dalla Regione (forte della sua autonomia) delimita a ovest il versante meridionale del massiccio del Monte Rosa. Rivesteimportanza storica e culturale essendo stato un’antica via di migrazione della popolazione Walser. L’inevitabile devastazione del Vallone ne comprometterebbe per sempre la sua valorizzazione in tutte le stagioni. Già oggi, a differenza della Valtournenche, la valli del Monte Rosa hanno un turismo estivo che vale quasi quanto la stagione invernale, e a quanto si dice si potrebbe fare molto di più. “Se già 40 anni fa, nella fase della piena esplosione dello sci di massa”, viene spiegato nel recente dossier Cime Bianche (che qui è possibile scaricare), “si paventavano i danni irreparabili ad un unicum ambientale, oggi la proposta di un nuovo collegamento funiviario presenta evidenti elementi di assurdità ed insostenibilità:
- sul piano ambientale, perché gli impianti, compresi quelli per l’innevamento artificiale, la ventilata pista di sci e le attività di cantiere, deturperebbero per sempre una ricchezza sempre più rara, non riproducibile in futuro: la naturalità e l’integrità dell’area, che rappresentano il vero punto di forza e di attrazione sul quale far leva per ogni duraturo progetto di sviluppo di un luogo eccezionale. Perché si intaccherebbero ulteriormente le riserve di acqua per produrre neve artificiale. Perché si accrescerebbero di molto i consumi energetici, in totale contrasto con gli impegni assunti nell’ambito della Cop-21 di Parigi sui cambiamenti climatici del dicembre 2015;
- sul piano economico, perché sono del tutto sottostimati i costi (ca. 50 milioni) per la realizzazione dei nuovi impianti e servizi connessi e, soprattutto, non si considerano gli investimenti necessari per la sostituzione di vecchi impianti ormai obsoleti, oppure non più funzionali o, ancora, spesso chiusi per vento. Peraltro in una situazione di evidente sofferenza economica per la Monterosa Ski.
- sul piano della domanda turistica, sempre più globalizzata e attenta al rapporto qualità/prezzo, a scoprire le diverse dimensioni della montagna ben oltre lo sci di discesa, a ricercare luoghi incontaminati e rapporti di autentico scambio con i territori visitati.
Dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta, il progetto del collegamento è stato approvato con 28 voti a favore e 5 astensioni. Impegna a presentare entro 90 giorni una relazione sulla situazione tecnico, economica e finanziaria di due proposte di collegamento intervallivo: quella relativa al percorso Aosta-Pila-Cogne oltre a quella che riguarda Valtournenche-Ayas-Gressoney. Marco Viérin, vicepresidente del Consiglio Regionale, sottolinea come “oggi sia sempre più vitale per i territori dar vita a progetti globali economici, turistici, ambientali con offerte turistiche adeguate ai tempi e rivolte al medio e lungo termine. Si tratta di due progetti, che sono da tempo in gestazione, sui quali le comunità locali sono fortemente interessate. Sono progetti di accessibilità sostenibile che potrebbe dare un futuro a zone territoriali oltre che alla Valle d’Aosta tutta intera, sui quali la politica ha il dovere di dare delle risposte”. Ma sulla sostenibilità molti amici della montagna hanno da eccepire. Basta leggere i commenti sui social. Uno dei più misurati? “Complimenti per la tenacia e l’impegno che voi della Regione state portando avanti per devastare una delle ultime valli incontaminate”. Chi per tanti anni si è battuto contro il progetto non intende abbassare la guardia.
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Scarica l’Ordine del giorno della Regione Valle d’Aosta sui collegamenti annunciati