Segugio molecolare sotto esame. Laureato a pieni voti!

I cani non sbagliano mai, è l’uomo che talvolta ne interpreta erroneamente i comportamenti. Questa è la lezione che si è ricavata nell’assistere, in occasione della recente rassegna “Cime a Milano”, alla dimostrazione di un’unità di cinofila del Soccorso alpino. Sotto lo sguardo delle persone che affollavano per l’occasione il cortile dell’Università degli Studi in Largo Richini a Milano, il segugio blood hound è sgusciato dal furgone-canile e ha subito intrattenuto un fitto dialogo con il conduttore fatto di scodinzolii e affettuosità varie. Totalmente ricambiate. Suo compito era di ricercare un disperso che si nascondeva nel porticato. Come vuole il protocollo, il simpatico blood hound ha annusato le “molecole” del disperso racchiuse in un sacchetto di plastica ed è partito in quarta risolvendo rapidamente la ricerca.
Li hanno chiamati cani eroi questi blood hound. Sono i cani che hanno cercato le vittime sotto le case crollate di Amatrice, quelli che hanno cercato di sottrarre alle morte persone sepolte sotto le macerie. Sono i cosiddetti cani molecolari che si sono visti in azione anche a L’Aquila, in Emilia e in aiuto degli investigatori (come nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio). Ma chi sono questi straordinari animali capaci di fiutare molecole, anche se questo è solo un modo di dire per rendere l’idea? Chiaro. Sono cani che in fatto di fiuto non li batte nessuno, dei segugi dal naso infallibile in grado di riconoscere non solo la presenza di un essere umano (come fanno i cani “normali” impiegati anche loro nei terremoti), ma specifiche persone, anche dopo molte settimane dal loro passaggio. In pratica riescono a fiutare piccolissime particelle che emanano odore.

Nella ricerca dei dispersi in montagna, il blood hound è ormai una garanzia. E’ di validissimo aiuto soprattutto per indicare la zona della ricerca, per diminuire il raggio di azione e indirizzare con precisione la ricerca. Decisamente positivo è il bilancio di questi anni in cui sono entrati in servizio presso il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. In America la polizia li utilizza per ritrovare fuggitivi e evasi. In Europa sono brilantemente entrati a far parte delle forze dell’ordine: la prima ad adottarli è stata la polizia svizzera. C’è un solo risvolto nella medaglia. Il blood hound è un cane impegnativo, che richiede attenzione e affetto. E’ agile come un cavallo, potente come un trattore, velocissimo quando durante la ricerca lo si tiene al guinzaglio, esuberante nel suo modo di socializzare. Ma la dimostrazione all’Università degli Studi ha dimostrato che con tutti i suoi difettucci è degno di una laurea a pieni voti. Se la meritano lui e il suo bravo conduttore.