Troppi morti, stop ai “cavalieri” in tuta alare

Sono già 310 i base jumper morti a quanto risulta dalla Fatality list che è possibile scaricare da un sito dedicato a questa attività ad alto rischio, e giustificata appare la decisione del primo cittadino di Chamonix di vietarne la pratica dopo l’ultimo incidente mortale. Nell’ordinanza il sindaco Eric Fournier parla di “rapido sviluppo della pratica del wingsuit” e di “deriva che recentemente ha messo in pericolo altre persone”, e dispone che l’avviso del nuovo divieto venga affisso alle partenze degli impianti di risalita dell’Aiguille du Midi e di Planpraz, i più frequentati dai base jumper. E’ singolare come un quadro tanto fosco di quest’attività che insanguina le Alpi contrasti con le liete proposte dell’European Outdoor Film Tour (http://www.eoft.eu/it/), giunto quest’anno alla sedicesima edizione, definito dagli organizzatori “sinonimo di avventura, peripezie e brividi mozzafiato”. In cartellone nella rassegna itinerante che tocca più di 300 città in 15 paesi europei, “illuminando i cupi mesi invernali con emozionanti e adrenaliniche storie vissute a stretto contatto con la natura incontaminata” non poteva mancare un film di 11 minuti sul base jumping diretto dall’americano Anson Fogel, protagonisti Ian Flanders, Matt Blank. I due del film intitolato “When we were knights” vengono definiti “due cavalieri moderni” uniti da una profonda amicizia “che si è consolidata nel corso degli anni e di innumerevoli week-end passati a saltare con il base jump, durante avventure impressionanti e feste memorabili in tenda”. Massimo rispetto ovviamente per questi “cavalieri moderni” che si giocano la vita buttandosi nei precipizi e liberissimi gli amanti del brivido di andarseli a godere sullo schermo. Magari con il solo scopo, se manifestano problemi esistenziali, di “sentirsi vivi” in questi cupi mesi invernali.