Fare teatro sognando il futuro tra i monti dell’Etiopia
Prosegue con questo racconto dell’attrice e regista Soledad Nicolazzi l’esperienza in Etiopia della compagnia teatrale Stadevarie impegnata l’estate scorsa sia a realizzare insieme con i giovani di una cittadina tra le montagne una rappresentazione sulla migrazione, sia a presentare uno spettacolo sull’argomento. In questo secondo caso si tratta di una performance con pupazzi creati all’istante e musiche originali, distribuita da Capmspirago Residenza. La trasferta nel paese africano fa parte del progetto “Miglioramento delle condizioni di vita della popolazione di ritorno e dei giovani residenti nella zona di Bale (Regione Oromia) al fine di mitigare le cause della migrazione irregolare”. Il progetto è stato promosso dalle ONG partner COOPI e CCM – Comitato Collaborazione Medica. Il tour ha preso il via nella città di Goba (nel centro-sud del Paese).
Topi, un argomento tabù?
E’ da qualche giorno che ci penso: voglio proporre una ricerca sul proprio animale. Chiedo ai ragazzi di scrivere una storia legata agli animali ed è qui che uno di loro ci racconta la storia dei topi. A casa mia ci sono tanti tipi di topi: il topo grande, il topo piccolo, il topo che non ci fa dormire e quello matto, il topo ubriaco, il topo ladro…Tutti questi topi hanno i denti davanti che gli crescono gli crescono gli crescono… fino a che muoiono. Per non morire mangiano tutto quello che trovano. I topi mangiano tutto. Prima di morire mangiano tutto. La storia, come tutte le altre, viene brevemente rappresentata. Poi andiamo a casa. Ma nella notte continuo a pensarci. Quest’immagine dei topi che si rosicchiano questo paese, che si mangiano tutto ciò che c’è di buono mi rimanda alle immagini del brulichio di Addis Abeba che anche grazie ai soldi mandati dagli immigrati sta crescendo in maniera esponenziale, lasciando nell’oblio secoli di tradizione, in nome di un progresso velocissimo, che va consumato tutto e subito, ingoiato, digerito…
Alla mattina cerco il ragazzo e gli dico che la storia mi piace, e che la vorrei usare. Chiedo di aggiungere qualche particolare alla storia: per esempio qualche topo deve assumere le vesti di un trafficante, un approfittatore… E poi gli chiedo se può dire il mio paese anziché la mia casa. Su questa seconda proposta il ragazzo non è d’accordo. Gli chiedo se è una storia della tradizione oppure se l’ha inventata lui. Ha lo sguardo che ride e mi dice che è una storia vera, sono i topi di casa sua quelli di cui parla. Adire il vero è stato macchinoso ottenere i permessi per le rappresentazioni e ci è stato chiesto di non parlare apertamente di politica con i ragazzi. Io sto zitta e non dico nulla, convinta che fare teatro è già un atto politico.
Soledad Nicolazzi
Questi i link ai servizi precedenti:
https://mountcity.it/index.php/2016/09/17/diventano-spettacolo-i-sogni-proibiti-dei-montanari-etiopi/