Amici della montagna. Nelle valli nuovi gruppi informali di residenti e frequentatori

L’attività di gruppi spontanei nelle vallate alpine è la grande e probabilmente sottostimata novità nella difesa dell’ambiente. Ne fanno parte residenti e frequentatori, quelli stessi che alcuni valligiani non vorrebbero tra i piedi per essere liberi di curare i propri interessi senza doverne rispondere a nessuno. Due per ora gli esempi di questo nuovo corso che ha anche, come requisito, quello di stabilire un dialogo costruttivo con le popolazioni locali e i loro rappresentanti. “Valorizzare la bellezza, la verginità del vallone delle Cime Bianche che rende possibile l’esistenza di particolari ecosistemi, la sua storia geologica e di via di comunicazione e commerciale nei secoli” è uno degli scopi del Gruppo che si occupa dell’alta Valle d’Ayas organizzando, come ha riferito Chiara Aliprandi in questo blog, una serie d’incontri nella stagione estiva e opponendosi tenacemente all’ipotesi di un collegamento funiviario tra la Val d’Ayas e Valtournenche.

Ora alla ribalta sale il Gruppo spontaneo di residenti e frequentatori della Valgrisenche che fa capo a Matteo Alberti, e ciò grazie a un particolare riconoscimento, la Bandiera Verde di Legambiente. Motivazione: per l’opposizione intelligente alla pratica dell’eliski, e la capacità di interlocuzione con l’Amministrazione locale. Non sembra esserci traccia in questi gruppi di privati cittadini della presenza dell’associazione alpinistica nazionale che in tema di eliski ha offerto il pessimo esempio delle sezioni di Macugnaga e Formazza che si è dissociata, d’intesa con i sindaci, dalle proteste antieliski del 2015 orchestrate da Mountain Wlderness e da altre associazioni seriamente ambientaliste.

Valrisanche
Il Comune di Valgrisenche (AO). Sopra il titolo l’immagine del pastorello che campeggia nel sito del Municipio.

Premessa. Valgrisenche è stata la prima base fissa di eliski in Europa. Qui, da trent’anni, in inverno è consentito praticare lo sci fuoripista raggiungendo in elicottero le zone più isolate del territorio. In questo lungo arco di tempo, residenti, operatori turistici e turisti più inclini alle pratiche sportive dolci hanno verificato di persona le criticità legate all’eliski: il disturbo alla quiete e alla fauna selvatica; la quasi impossibile coesistenza con altri sport invernali alpini, soprattutto lo scialpinismo e l’escursionismo con le ciaspole (molti scialpinisti non frequentano più la Valgrisenche per il disturbo arrecato dal rumore degli elicotteri); la sua pericolosità (con incidenti verificatisi o sfiorati); le scarse ricadute economiche sul territorio (Valgrisenche risulta, in base al censimento ANCI del 2015, il comune valdostano con il minor reddito pro capite). In anni recenti il senso di fastidio legato agli elementi negativi sopra citati si è accentuato. La maggiore sensibilità ambientale sia dei cittadini che dei turisti, l’aumento delle persone che prediligono un approccio dolce alla montagna e le polemiche sulla sicurezza dell’eliski sono forse la causa principale di questo disagio. Cogliendo l’occasione della scadenza della convenzione tra il bComune e la società che gestisce l’eliski, questo gruppo di cittadini ha deciso di mettere in evidenza le suddette criticità, coinvolgendo la comunità locale e chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto con il Comune.

“Dopo un avvio dai toni alti”, è precisato in un dossier di Legambiente, “l’interlocuzione ha prodotto un confronto costruttivo. Il gruppo ha avanzato una serie di proposte ragionevoli, ben consapevole di quanto possa essere difficile, per un piccolo Comune, rinunciare ai proventi derivanti dai diritti di sorvolo. La proposta non è stata, quindi, l’abbandono immediato dell’eliski, ma una sua graduale riduzione, a partire dalla prossima convenzione il cui bando sarà preparato in autunno. L’orizzonte è quello di un’uscita graduale, cominciando da subito a ridurre la durata della stagione di eliski, che si chiuderebbe il 15 marzo, e creando nella vallata delle zone eliski-free, dedicate a scialpinisti e ciaspolatori. La speranza è che queste limitazioni favoriscano il ritorno nella vallata della clientela che l’ha abbandonata, e in generale l’incremento della presenza turistica invernale”.

La trattativa con l’Amministrazione non è conclusa, ma le aperture ci sono state, e il dibattito coinvolge ormai buona parte del paese. Questa interlocuzione si inserisce in una fase delicata che tocca l’intero territorio regionale. Sei convenzioni in varie zone della Valle sono in fase di rinnovo e l’Amministrazione regionale è intenzionata a rivedere la regolamentazione del settore. La discussione in atto in Valgrisenche costituisce un ottimo esempio di come dovrebbero essere costruite le scelte per lo sviluppo di un territorio. Superando la sterile contrapposizione, il gruppo di cittadini ha saputo coinvolgere l’amministrazione comunale in una discussione che, a ben vedere, ha al centro il modello turistico dell’intera vallata. L’Amministrazione, dal canto suo, si è dimostrata disponibile al confronto, cosa non scontata in una realtà come quella valdostana, in cui la politica ha smesso ormai da anni di costruire le scelte sul territorio in modo condiviso. Partendo da fatti evidenti, questi cittadini hanno portato all’attenzione generale i limiti del modello eliski che, oltre a danneggiare il fragile ambiente alpino, coinvolge una clientela di nicchia e largamente minoritaria, scoraggiando nel contempo gli amanti dell’approccio dolce agli sport invernali.

“Per la loro tenacia, e sperando che la loro esperienza contagi positivamente la Valle d’Aosta” è la motivazione di Legambiente, “viene assegnata convintamente a questo gruppo informale la Bandiera Verde 2016”.

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