Vie storiche. Trasquera e la strada romana del Sempione

Veronica screen shot
Nelle immagini la Cappelletta fra Trasquera e Bugliaga, la Veronica presente nella bella cappella affrescata, il Ponte del Diavolo, l’arrivo a Trasquera.ph. D. Monti, Vie Storiche, per gentile concessione.

Percorriamo in Val Divedro l’antica mulattiera che da Varzo sale a Trasquera superando più di cinquecento metri di dislivello di parete quasi verticale. Forse in seguito ad una recente manutenzione, la piccola strada larga quasi un metro e mezzo ci mostra i suoi alti muri di sostegno e la serpentina dei suoi tornanti puliti dalla vegetazione. Fino agli anni sessanta da qui passavano le persone e i prodotti di una piccola comunità di millecinquecento anime che abitava permanentemente gli alpeggi soleggiati della valle. Non erano Walser, ma forse discendenti da popoli più antichi, forse i Leponzi. Questi insegnarono ai Romani come attraversare le Alpi al passo del Sempione seguendo il facile percorso a mezza costa che permette di superare le temute gole di Gondo domate in modo definitivo solo dalla strada napoleonica nel 1805.

A Trasquera ora arriva una carrozzabile ma il traffico veicolare è quasi inesistente. Qui non ci sono particolari attività turistiche, impianti di risalita o altro. Ci aspettiamo di attraversare località abbandonate, case chiuse o cadenti, pochi residenti come succede in altri paesi dell’alta val d’Ossola. Con sorpresa non è così: le costruzioni tradizionali sono ben tenute e aperte, i giardini e gli orti curati, residenze più recenti non disturbano con la loro presenza. Le persone che incontriamo salutano volentieri.

Ponte del diavoloSiamo a fine luglio e il tempo soleggiato ed il caldo della pianura invitano a tornare da queste parti. L’antica mulattiera, che qui è parallela alla strada asfaltata, attraversa le frazioni di Trasquera per poi riprendere il bosco verso Bugliaga. Incontriamo una bella cappella affrescata sulle cui pareti da secoli i viandanti hanno lasciato un segno del loro passaggio. Sul soffitto un dipinto della “Veronica”, presente di solito lungo le antiche vie di pellegrinaggio per Roma, ci lascia pensierosi. Anche nella parrocchiale di Varzo abbiamo trovato un affresco con la storia del pellegrino impiccato sulla via per Santiago… Possibile che ci troviamo addirittura su un itinerario importante utilizzato anche per spostamenti a lungo raggio?

Cappella affrescataPrima di raggiungere Bugliaga passiamo sul Ponte del Diavolo che attraversa una profonda spaccatura fra due pareti rocciose alte centinaia di metri. È stato costruito all’inizio del millenovecento in sostituzione del più antico Ponte del Diavolino posto molto più a valle e da allora abbandonato assieme a parte del percorso originale. Bugliaga e Bugliaga Dentro sono due frazioncine ordinate dove qualcuno ha perfino deciso di restare ad abitare tutto l’anno e, assieme a qualche capretta, svolgere attività agro-turistica. Da qui la mulattiera diventa un sentiero che, dopo un lungo periodo di abbandono, gli svizzeri di Gondo hanno deciso di ripulire.

Seguendolo si arriva a Gabi posto poco prima della salita e dell’abitato di Simplon Dorf, sotto al passo omonimo. Proprio a Gabi gli ingegneri di Napoleone, durante la prosecuzione dei lavori per l’avanzamento della strada verso le gole di Gondo e l’Italia, presero in considerazione di evitare il fondovalle e passare per l’itinerario che abbiamo appena descritto. Solo la determinazione e la capacità degli ingegneri italiani della Repubblica Cisalpina permisero di completare l’opera, così come ormai tutti conosciamo, aprendo varie gallerie nella roccia.

Rosalba Franchi

Dario Monti

www.viestoriche.net

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