Ande o Himalaya stesso ritornello. Montagne a secco, stop alle scalate!
I cambiamenti climatici non sono più una minaccia ma una realtà. Lo ha detto il presidente Obama a Yosemite, il famoso parco nazionale, istituito nel 1890, Patrimonio dell’umanità, visitato da milioni di turisti ogni anno, che si estende su una superficie di ben 3000 km quadrati. Yosemite è anche un luogo mitico per l’alpinismo, per via delle verticali e famose pareti (El Capitan, Half Dome…) della Yosemite Valley. Il presidente ha scelto proprio questo luogo per pronunciare davanti alle Yosemite Falls un importante discorso sui cambiamenti climatici. Dopo averne elencato le conseguenze sul territorio degli USA ha detto: “Questa non è l’America che io voglio lasciare alle prossime generazioni”.

Obama ha anche ricordato che il candidato repubblicano alla presidenza, Donald Trump, ha detto di voler ritirare gli Usa dagli accordi di Parigi sul clima e che le teorie sul clima sono una “bufala inventata dai cinesi”. Poi il presidente, che nella visita al parco era accompagnato dalla moglie Michelle e dalle figlie Sasha e Malia, ha proseguito così: “Questo parco appartiene a tutti noi. Questo pianeta appartiene a tutti noi. È l’unico che abbiamo. Non possiamo a parole approvare questo concetto e poi opporci alle cose necessarie per proteggerlo. Dobbiamo fare molto di più prima che sia troppo tardi”.

A riprova della situazione critica in cui vive il pianeta, è sempre più evidente che il riscaldamento globale condiziona anche l’alpinismo nel mondo. Due casi recenti vanno citati. In Bolivia gli alpinisti italiani Zavattarelli, Sella e Rosso sono stati costretti a scartare l’obbiettivo originale del Pico de Norte per i grandi pericoli ambientali legati alla condizioni di grande secchezza delle montagne (il ghiaccio e la neve non ancorano più le rocce che diventano instabili e quindi molto pericolose). Il gruppo si è rivolto perciò al monte Rumi Mallku (5.900 metri il cui nome in lingua Quechua significa Condor di Pietra) dove, il giorno 11 giugno, è riuscito nell’intento di aprire una nuova via, denominata Mindfulness, sulla parte nord ovest e poi sulla cresta ovest. Anche Hervé Barmasse e Daniele Bernasconi sono stati costretti a rinunciare in maggio al Nuptse, in Nepal. Le condizioni meteo non lo hanno permesso. La montagna si è presentata ai due alpinisti secca, senza innevamento. E pertanto del tutto inaffidabile per raggiungere la vetta dalla parete sud in stile alpino e senza ossigeno. “Se il meteo è inclemente il Nuptse 7861 m lo guardi dal basso, di certo non lo scali”, è stato il rassegnato commento di Barmasse.
Le prossime generazioni dovranno imparare a danzare: /www.youtube.com/watch?v=1MZbFzU8B9I
Zio Sam se ne è accorto ora che sono una realtà?
Purtroppo il punto di non ritorno è superato.
Zio Sam doveva pensarci 40 anni fa ad iniziare a porre un freno. Ormai è TROPPO tardi. Purtroppo siamo solo all’inizio, all’aperitivo che Madre natura ci offre.