L’inverno anomalo presenta il conto. Scese le presenze sulle piste
In gennaio sembrava primavera. A Torino c’erano 23 gradi, a Cuneo addirittura 26. C’erano incendi nei boschi ed erano chiusi molti impianti nelle stazioni sciistiche, da Bardonecchia alla Valle di Susa. L’inizio disastroso della stagione invernale 2015/2016 viene ora esaminato da Skipass Panorama Turismo, centro di ricerca specializzato sul mercato del turismo e degli sport invernali di Skipass, la più importante fiera sul turismo e sport invernali d’Italia. Il fatto che a un certo punto della stagione il termometro sia rientrato nella norma e la neve abbia imbiancato finalmente le piste non giustifica secondo Skipass Panorama Turismo i toni trionfalistici di qualche Amministratore locale che indica segni positivi. Il recupero completo delle presenze e del fatturato che sono venuti a mancare nella prima parte di stagione è stato possibile per non più del 60% delle destinazioni sottoposte ad analisi. Risultato: per il comparto del “sistema neve italiano” – in tutte le sue componenti che vanno dal settore ricettivo a quello ristorativo, dagli impianti alle scuole di sci, dai servizi di noleggio al commercio sino dal divertimento, leisure, etc. – si è registrato un decremento delle presenze pari al -5,1% ed una diminuzione del fatturato del -5,7% rispetto ai dati dell’anno precedente. In sostanza, si fa presente che è fortemente diminuita la redditività aziendale, anche quando il fatturato è aumentato o è rimasto sostanzialmente il medesimo.

Per fortuna il “circo bianco italiano” rappresenta un settore che – nonostante una stagione tra le più difficili dal punto di vista dell’innevamento – continua a generare appeal proprio perché, nel momento in cui le cime si sono imbiancate e l’ambiente ha assunto il fascino tipico della montagna bianca, si è vista invertire la tendenza dei primi mesi di stagione. “A tal proposito”, è spiegato nel rapporto di Skipass Panorama Turismo, “è però utile ricordare che questo comparto risulta essere, in ambito turistico, quello più complesso, in quanto si sviluppa attorno ad una filiera composta da un’enormità di servizi ed aziende, spesso molto articolate per quanto riguarda la gestione e gli investimenti, il sistema di accoglienza e dei servizi complementari, etc., incidendo fortemente anche sui servizi locali”.
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