Nel Bosco dei Giusti una quercia per Izoke

Nel Parco delle Groane, nei pressi di Milano, un particolare riconoscimento ha accomunato la nigeriana Izoke Aikpitanyi e l’alpinista milanese Ettore Castiglioni (1908-1944). A entrambi è stata infatti dedicata una giovane quercia nel Giardino dei Giusti. Ecco come Lorenzo Dotti racconta questa straordinaria giornata.

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Uno dei libri dedicati da Izoke Aikpitanyi alla tratta delle schiave africane.

Il suo impegno contro la violenza sulle donne

Izoke Aikpitanyi, una bella donna africana, nasce a Benin City, in Nigeria, nel 1979. A causa delle difficoltà della famiglia, non può studiare e lavora al mercato. A 17 anni – quasi analfabeta – riceve una proposta di lavoro in un supermercato in Europa: ma è una trappola tesa dalla tratta delle donne. Intraprende un viaggio difficile, che la porta a Londra, poi a Torino, dove viene costretta a prostituirsi per sopravvivere e per pagare il pesante debito contratto per venire in Europa.
Cerca una via di uscita ma non trova aiuto. Non si arrende e decide di affrontare i suoi sfruttatori che la massacrano di botte. Dopo tre giorni di coma per l’aggressione, trova rifugio in Valle d’Aosta, dove frequenta qualche scuola, poi inizia a lavorare, insieme con il suo compagno italiano al progetto “La ragazza di Benin City”, a sostegno delle africane schiave del sesso.  In pochi mesi arriva a seguire 50 donne in diverse località italiane.

Assieme alla giornalista Laura Maragnani scrive il libro “Le ragazze di Benin City” e gira l’Italia per presentarlo, sostenere donne in difficoltà, tenere lezioni in scuole e università. Crea prima una e poi più “Case di Isoke”, microstrutture di accoglienza per le vittime della tratta, gestite da donne che si sono liberate dalla schiavitù ed aiutano le altre compagne ad affrancarsene. Il numero delle ragazze assistite cresce fino a 300 e a questo punto organizza la ”Associazione vittime ed ex vittime della tratta”. Un’associazione che non gode di alcun appoggio istituzionale.

A settembre del 2009 prende la parola al G8 a Roma contro la violenza sulle donne e poi continua come portavoce delle donne nigeriane vittime del racket, nonostante le minacce della malavita e come testimonial di “Libera”, il sito pensato per sostenere il valore di essere donna. Nel 2010 ottiene il Premio Internazionale Martin Luther King e il Premio Future a Lagos (Nigeria) ed è testimonial di Amnesty International e della Campagna per l’attribuzione del Premio Nobel 2010 per la Pace alla donna africana. Nel 2011 pubblica il libro “500 storie vere” e poi “Spada, sangue, pane e seme”.

(adattato da http://leilluminate.net/2013/05/27/isoke-aikpitanyi/ )

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Izoke, al centro, durante la cerimonia alle Groane.

Omaggio anche a Ettore Castiglioni, alpinista migrante

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Ettore Castiglioni (1908 – 1944)

Già, direte Voi, ma che c’entra Izoke con la montagna e gli alpinisti? Un legame c’è, ed è l’occasione in cui ho potuto conoscerla, venerdì 6 maggio al “Bosco dei Giusti” a Solaro, nel Parco delle Groane, presso la Ex-polveriera. Quel giorno, l’Associazione “Senza confini” ha dedicato alcune giovani querce a persone che si sono distinte nell’aiuto a chi – spinto dalla necessità – ha dovuto espatriare in condizioni difficili.
Una quercia è stata dedicata anche all’alpinista milanese Ettore Castiglioni (1908 – 1944), proposto quale “Giusto” dal CAI di Seveso e dalla SEM di Milano, per l’aiuto che – nel 1943 – dette ai perseguitati politici a fuggire in Svizzera, attraverso la “Fenetre Durande” in Valpelline (AO). Un fuggiasco illustre – oggi lo chiameremmo “migrante”? – fu anche l’economista Luigi Einaudi, poi divenuto Presidente della Repubblica, e sua moglie. Un altro albero è stato dedicato a due giovani donne: Carlotta Passerini, che aiuta i profughi siriani e Nawal Soufi, Italo-marocchina che si batte per i diritti dei migranti (appunto!) ed ha sostenuto la sua posizione di fronte alla Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo. Vera emozione hanno suscitato in me le storie raccontate quel giorno, ma due fatti mi hanno particolarmente colpito: il primo è la numerosa presenza di allievi di scuole di ogni grado che hanno studiato queste vicende e presentato i lavori svolti su questi temi. La seconda è stata la scelta, invero originale degli Organizzatori di dedicare i cippi anche a persone viventi, e non solo a chi viene ricordato – e celebrato – dopo la morte.

Lorenzo Dotti

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