Strade zitte per due ruote in cerca di bellezza
La prima in Emilia, esattamente in Val Trebbia (Pc), lunga solo 56 km ma con ben 1.700 metri di dislivello; la seconda nell’Oltrepò Pavese: il Piccolo Tour di 90 km; infine, nell’Alessandrino, dal crinale di San Bartolomeo a Fortunago, 68,5 km: sono tutte nell’angolo di Italia fra Emilia, Lombardia e Piemonte (prossimo anche alla Liguria) le tre nuove “Strade zitte” presentate da Turbolento Bike&Run Club, associazione dilettantistica costituita nel 1995, riconosciuta dal Coni, affiliata UISP, Federciclismo e FIDAL. Il motto recita: Carpe diem, noctem quoque. Spiegazione: “Chi l’ha detto che si è o turbo o lenti? Turbolento è il punto d’incontro tra la velocità e la lentezza, l’istinto e la ragione, lo sport e il divertimento. Un modo diverso e attento di stare al mondo e fare sport. Una filosofia di vita orientata al benessere psico-fisico, al pensare positivo, al rispetto dell’ambiente e del paesaggio italiano”. Così è nato, pedalata dopo pedalata, l’atlante ciclistico delle strade secondarie: le vie secondarie poco frequentate, dove il silenzio e la pace della natura prevalgono sui rombi di motore e rumori vari. “Un silenzio – si legge sul sito dell’associazione – che per i ciclisti è musica. Silenziose, tranquille, quasi segrete. Diritte o contorte. Sempre un po’ sperdute e così deserte, da far venire il dubbio di essere finiti fuori strada. Di Strade Zitte è piena l’Italia, basta scoprirle, metterle in fila con fantasia ma con cognizione, montare in bici e farsi portare da Milano a Roma, evitando il frastuono delle strade statali e provinciali. Da questa lunga esperienza nascono gli Italian VeloTours viaggi brevi o lunghi weekend in giro per l’Italia bicicletta”.
Laura Guardini