Conclusa la stagione dell’eliski, arriva l’elibike

La mala pianta dell’eliski è dura da sradicare in Italia se in questi giorni di primavera anche il presidente generale del Club Alpino Italiano Umberto Martini nel suo rapporto annuale (La montagna tra reality e realtà) si sente in dovere di affrontare l’argomento definendo, con palese rammarico, “consolidato” questo tipo di approccio alla montagna. Ma bisogna riconoscere che in modo ancora più esplicito si esprime l’avvocato Vincenzo Torti, candidato alla Presidenza generale del Cai. Riferendosi allo spinoso problema delle guide alpine che trovano nell’eliski nuove opportunità di lavoro ignorandone gli aspetti in contrasto con la tutela ambientale e l’etica alpinistica, in un’intervista concessa a mountcity.it, Torti spiega che “chi la pensa diversamente (rispetto al Cai, NdR) è libero di fare scelte diverse: ma allora per coerenza dovrà scegliere di non iscriversi all’Agai che è una sezione del Cai. Senza contare che un articolo inserito nel Codice penale prevede sanzioni per chi danneggia gli ecosistemi, sanzioni che vanno ad aggiungersi alle pene da 5 a 12 anni per chi provoca cadute di valanghe. I piloti sono avvisati”. Ma poco o nulla sembrano valere gli ammonimenti e le parole di condanna visto che le Alpi italiane diventano ogni giorno di più terreno di conquista di imprenditori delle pale francesi, svizzeri, tedeschi e l’opinione pubblica non viene adeguatamente sensibilizzata in merito a questa elifollia dei nostri tempi. Da sottoscrivere sono anche le parole del presidente generale uscente quando accenna al reality “Monte Bianco” bollandolo per “l’improponibile e diseducativa ascensione in elicottero per tre quarti di dislivello in salita e totalmente in discesa, peraltro largamente e impropriamente impiegato durante tutto lo svolgimento delle riprese per far passare il messaggio dell’elialpinismo”. Incancellabili e deprimenti per chi s’illude di coltivare l’immagine di una montagna estranea agli allettamenti da luna park rimangono in effetti le immagini del reality condotto nel 2015 da un alpinista-cronometrista che poi si è fatto diversamente onore in una scalata invernale agli ottomila.

Tornando all’eliski, davvero la sua diffusione si è potuta ulteriormente consolidare nell’inverno appena trascorso? C’è sul serio il rischio che, a dispetto delle contestazioni orchestrate da elette schiere di attivisti, l’eliski possa oggi dirsi sdoganato? Un’interessante novità sul fronte anti-eliski riguarda la nascita di un comitato di cittadini della Valgrisanche di cui si ha notizia e che avrebbe preso posizione nei confronti del Comune contro questa pratica. Un’iniziativa non dissimile da quella di un gruppo di lavoro in Val d’Ayas che mette a nudo realtà e criticità del turismo in un’area interessata ai problematici collegamenti funiviari con le piste di Cervinia attraverso l’intatto Colle delle Cime Bianche. Che la protesta anti-eliski possa ora allargarsi e saldarsi con quella contro i nuovi impianti coinvolgendo le popolazioni di montagna e, legittimamente, i villeggianti?

Da notare che in questa primavera inoltrata e con le funivie in ferie si fa avanti con allettanti proposte il servizio di elitaxi (vedere qui un volantino con le offerte e le tariffe). “Impianti tutti chiusi, un peccato che non si possa più salire velocemente in quota, salvo… un’elicotterata di fine stagione e così ci troviamo alle 7.45 a partire da Gressoney per esser alle 8.00 alla Gnifetti!”, scrivono soddisfatti i clienti che si possono permettere l’elitaxi e ignorano l’uso delle pelli di foca. Con il disgelo non resta adesso che aspettarsi l’ondata dell’elibike. I costi e i contatti li trovate sul sito www.elibike.it dove un video dà un’idea eloquente di che cosa attende i pedalatori elitrasportati. E anche di che cosa attende chi se li trova davanti all’improvviso senza nemmeno una scampanellata ed è costretto a schivarli risalendo pacificamente a piedi sui sentieri.(Ser)
Per elibike ed elitaxi vedere:
http://www.elibike.it/test_wp/
http://www.mountain-passion.com/it/blog-it-it/capanna-margherita-parrot-balmenhorn/
Sembra una battaglia contro i mulini a vento, persa in partenza, inutile. Dovrebbero intervenire le ottanta associazioni ambientaliste, ad iniziare dal CAI, le regioni con leggi appropriate, invece? Che me ne frega dell’ambiente, basta riempire gli alberghi e far girare la moneta! Mettiamoci l’animo in pace, siamo pochi e malvisti. Almeno il presidente regionale del CAI Piemonte, potrebbe pronunciarsi su questa nuova aggressione della montagna. Se a favore o contro! Peccato che in questo blog non ci sono commenti. Sarebbe interessante leggere i commenti dei 300mila soci del CAI. Forse chiedo troppo…, sono stati invitati a farsi i fatti propri,leggere solo le riviste dell’associazione e non commentare!