“Studenti in cordata”. Eroi e Premi Nobel tra gli alpinisti milanesi

Studenti in cordataNel 1905 si riuniva fra Milano, Monza e Pavia, in seno al CAI, il primo nucleo di studenti universitari appassionati di montagna. Si chiamò SUCAI (Stazione universitaria del Club Alpino Italiano) perchè i giovani alpinisti vi “stazionavano” durante gli studi universitari. In questo scorcio della primavera 2016 è in distribuzione con il numero 31 nella collana “Montagna leggendaria” a cura della Gazzetta dello Sport il libro “Studenti in cordata” di Lorenzo Revojera, ingegnere e alpinista milanese. Il volume fu pubblicato per la prima volta nella fortunata collana dei Licheni (CDA&Vivalda): degli universitari alpinisti ripercorre con inedite immagini la storia facendo emergere figure illustri come il premio Nobel Giulio Natta, il sacerdote poeta Clemente Rèbora, lo scienziato Edoardo Amaldi, lo scrittore Paolo Monelli, l’aviatore filantropo Leonardo Bonzi, lo scrittore Curzio Malaparte, penna illustre del Corriere della Sera e della Stampa. Al di là dell’interesse alpinistico, il libro inquadra la condizione giovanile nei primi due terzi del XX secolo. Ne proponiamo per gentile concessione dell’Autore una pagina significativa. Buona lettura.

AngeloBimbi copia
Leonardo Bonzi e Maner Lualdi a bordo dell’Angelo dei bimbi nel 1948.

Il grande volo di Bonzi e Lualdi, le scoperte di Natta

La stampa dell’epoca riporta gli ordini d’arrivo del primo campionato lombardo studentesco di sci organizzato dalla SUCAI ai Piani Resinelli nell’inverno 1924/1925; scopriamo fra i partecipanti sucaini tre nomi che lasceranno una traccia significativa nei campi più diversi della storia del nostro Paese. La prova di fondo fu vinta da Leonardo Bonzi (1902-1977), che divenne accademico del CAI; poliedrica figura di alpinista, tennista, aviatore e infine – dopo il matrimonio con l’attrice Clara Calamai – produttore cinematografico. L’impresa che alla fine del 1948 lo rese noto in tutto il mondo fu il suo volo con Maner Lualdi a bordo di un piccolo monomotore da 120 CV battezzato “Angelo dei bimbi” attraverso l’Atlantico; si trattava di sensibilizzare l’opinione pubblica per raccogliere fondi da destinare ai bambini orfani o mutilati per cause di guerra (i “mutilatini”), assistiti da don Carlo Gnocchi. Furono raccolti sette milioni di lire, una somma per allora favolosa. Bonzi – “l’uomo che partiva sempre” – partecipò ad innumerevoli viaggi ed esplorazioni; come alpinista, fra il 1933 e il 1937 andò ai monti della Persia, nel Medio Atlante (dove salì numerose vette inviolate con gli sci), nell’Hindu-Kush e in Groenlandia.

natta
Giulio Natta nel 1963 venne insignito del Premio Nobel per la Chimica. Fu l’inventore del Moplen e del Meraklon. Nell’immagine sopra il titolo studenti milanesi del Politecnico durante un’esercitazione nel 1911 ai Giardini pubblici (archivio Revojera).

Il sucaino che si classificò sesto nella stessa gara, nel 1934 gli fu compagno in Groenlandia; era Leopoldo Gasparotto (1902-1944). In quella spedizione, Gasparotto e Bonzi con altri compagni avevano raggiunto ghiacciai, colli e vette sconosciuti che battezzarono a piene mani con nomi italiani secondo l’uso; ma l’inesorabile Istituto Geodetico danese ha riconosciuto solo le denominazioni date alla Penisola Savoia e ai ghiacciai Roma e Milano. Di Gasparotto è ben nota la militanza antifascista e la tragica fine al campo di concentramento di Fossoli. Le prove di salto e di stile videro classificarsi primo il sucaino lecchese Mario Cereghini (1903-1966), che vinse da universitario anche lo “sci d’oro del Re”; fu sempre ottimo sciatore. La sua successiva attività di architetto ebbe la montagna come costante riferimento; è autore di “Costruire in montagna – architettura e storia”, un testo tuttora fondamentale più volte rieditato e tradotto in inglese.

Siesta in tendopoli 1911
Siesta in una tendopoli nel 1911.

Spostiamoci a Roma ed occupiamoci di scienziati. Gianni Battimelli, alpinista e docente universitario di fisica, ha avuto modo di studiare l’archivio personale di Edoardo Amaldi, depositato all’Università La Sapienza di Roma. Amaldi, con Emilio Segrè, Franco Rasetti, Bruno Pontecorvo ed altri collaborava alle ricerche di Enrico Fermi (premio Nobel per la fisica nel 1938) nel nascente campo della fisica nucleare. Fermi a ventisei anni, nel 1927, ottenne la cattedra di fisica teorica, la prima in Italia. Si tratta del famoso gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”, luogo dove si trovava l’Istituto di Fisica di Roma a quei tempi. Battimelli ha accertato che tutto questo grippo di fisici – allargato anche a colleghi della facoltà di ingegneria, come Mario Salvadori e Giovanni Enriques – nella seconda metà degli anni ’20 frequentava assiduamente, sia d’estate che d’inverno, le montagne appenniniche e le Alpi, con ascensioni di tutto rispetto. Costoro, personaggi che hanno lasciato una profonda traccia in diversi settori della scienza, avevano come riferimento comune la SUCAI romana. Negli anni ’30 gli impegni professionali li costrinsero ad abbandonare l’alpinismo attivo; comunque Salvadori fu ammesso nel 1931 al CAAI e le sue memorie sono raccolte nel libro “Addio alle crode”.

Lorenzo Revojera

da “Studenti in cordata” (Collana Montagna leggendaria, Gazzetta dello Sport), per gentile concessione

           

 

 

 

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