Vigne sempre più eroiche. La Lombardia fa scuola al Vinitaly
Le vigne “eroiche” sono a 600 metri di quota, e crescono su terreni particolarmente scoscesi: per esempio quelle coltivate da Maurizio Herman, 45 anni, che dal 2015 lavora un appezzamento di circa un ettaro in quota tra il Comune di Chiavenna e quello di Piuro. A resistere su una pendenza particolarmente accentuata lo aiutano le murature di sostegno. E i terrazzamenti caratterizzano anche l’attività di Claudia Crippa, che gestisce un’azienda a La Valletta Brianza in provincia di Lecco. “Abbiamo scelto di unire l’attività di coltivazione e vinificazione a quella agrituristica – spiega Claudia Crippa – perché crediamo nella forza dei prodotti e del territorio”.

Colline e montagne lombarde sono in trasferta al Vinitaly di Verona (fino a mercoledì 13 aprile) e Coldiretti Lombardia manda in passerella eccellenze della tradizione e novità. Sono queste due le parole chiave del lavoro di Manuele Biava, che in provincia di Bergamo produce il Moscato di Scanzo, un vino da record perché è la più piccola Docg d’Italia ottenuta dall’omonimo vitigno autoctono, coltivato esclusivamente nel Comune di Scanzorosciate. Si rivolge invece a consumatori più esigenti e amanti delle particolarità il luxury wine dell’azienda agricola La Rocchetta di Villongo (Bg), arricchito con vera polvere d’oro alimentare di 24 carati. Un capitolo a parte è rappresentato dalla nascita e diffusione del wine beauty – conclude Coldiretti Lombardia – dalla crema antietà a base di spumante allo shampoo al vino rosato, fino allo stick labbra agli estratti di foglie di vite. “Abbiamo deciso di far nascere dalle nostre uve alcuni prodotti per cosmesi a base di Barbera”, spiega Paolo Goggi, titolare dell’azienda agricola Gravanago a Fortunago (Pv). “E’ ricco di antiossidanti e polifenoli naturali che prevengono l’invecchiamento della pelle: nelle nostre creme c’è il 5% di vino mentre nelle saponette utilizziamo le bucce, profumate e antiallergiche”.
“Il mondo della viticoltura è in continua evoluzione”, dice Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia. “Le aziende uniscono tradizione e innovazione per garantire prodotti sempre più al passo coi tempi e apprezzati dai consumatori in Italia e all’estero”. Grazie alle nuove tecnologie – spiega Coldiretti Lombardia – la tracciabilità è assicurata. È il caso ad esempio del vino con la carta d’identità 2.0 di Stefano Ravizza, imprenditore pavese di 31 anni che sulle colline tra Stradella e Zenevredo coltiva 12 ettari di vigneti: per scoprire come nascono le sue bottiglie e gelatine di vino basta avvicinare lo smartphone e fotografare il codice a barre sulla confezione. Protagonista di un vero e proprio boom è invece il vino ecosostenibile, custode della biodiversità naturale: dal 2008 a oggi – afferma la Coldiretti regionale – la superficie coltivata con metodo biologico in Lombardia è più che raddoppiata, superando i duemila ettari.
Laura Guardini