Meno sicuri in montagna. In Lombardia Soccorso alpino sotto pressione
Da tempo immemorabile l’escursionismo è il principale imputato nelle statistiche degli incidenti. Anche nel 2015 in Lombardia il maggior numero d’infortuni (448 su 1274 interventi dei soccorritori) si è registrato sui sentieri: dove in genere prevale il “fai da te” e non ci si affida a guide esperte, dove si mettono i piedi in fallo e si ruzzola nel baratro, dove può capitare di perdere l’orientamento mentre si va a funghi. E’ stato un anno particolarmente impegnativo il 2015 per il Soccorso alpino lombardo, come risulta dalla relazione che pubblichiamo tratta da Facebook. E meno male che, nel tentativo di porre un argine agli incidenti, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico mette da diversi anni in campo la benemerita campagna “Sicuri in montagna” che si sviluppa in particolari “giornate” nel corso dell’anno.

L’impegno delle quattro Delegazioni lombarde
Il SASL (Soccorso Alpino Speleologico Lombardia) presenta i dati relativi alle attività di soccorso compiute durante il 2015 dai tecnici delle quattro Delegazioni alpine che operano in Lombardia: V Bresciana, VI Orobica, VII Valtellina – Valchiavenna e XIX Lariana. Rispetto agli anni precedenti, il 2015 è stato più impegnativo: dagli 879 interventi del 2008, 929 nel 2009, 1017 nel 2010, 1162 nel 2011, dopo un paio di anni di decrescita nel 2012 con 996 casi e nel 2013 con 985, si è passati ai 1155 del 2014, fino ai 1274 dell’anno scorso. Rilevante il numero (80) di interventi di ricerca che impegnano sempre di più i soccorritori, in quanto presentano un’elevata complessità di gestione e richiedono competenze differenziate e sempre più qualificate. L’elicottero resta il mezzo prevalente, utilizzato da solo in 783 casi, oppure abbinato all’intervento delle squadre territoriali o del Centro operativo in 152 casi, per un totale di 983 mezzi impiegati. Quando l’elicottero non può volare o arrivare sul luogo dell’operazione, si rivela fondamentale e insostituibile la presenza delle squadre territoriali, che raggiungono a piedi le persone da soccorrere, anche nei punti più critici e con qualsiasi condizione meteorologica o ambientale. Le quattro Delegazioni alpine lombarde presentano un numero d’interventi variabile e questo è dovuto a numerosi fattori, come le dimensioni del territorio presidiato, la presenza di punti di interesse per escursionisti, alpinisti o turisti e anche dalle condizioni climatiche durante l’anno. Su base territoriale, gli interventi sono stati 241 per la V Bresciana, 280 per la VI Orobica, 382 per la VII Valtellina – Valchiavenna, 371 per la XIX Lariana. Le cause degli interventi sono dovute principalmente a caduta (494), malore (192), perdita di orientamento (91), scivolata (82), incapacità (55) o ritardo (44), precipitazione (42), scontro (28), valanga (16), sfinimento (14), scivolata su neve (13) e caduta sassi (12). Seguono scivolata su ghiaccio, puntura d’insetti, folgorazione, corda doppia, caduta in crepaccio, cedimento appiglio, frana, maltempo, crollo e morso di vipera. Le false chiamate sono state sette. Il numero maggiore di infortuni avviene durante attività quali l’escursionismo (448), sci in pista (162), mountain-bike (58), alpinismo (57), ricerca di funghi (57), durante il lavoro (53) o la residenza in alpeggio (51). Seguono le discipline sportive come parapendio, deltaplano, sci fuori pista, arrampicata sportiva, caccia, surf in pista e fuori pista, sci di fondo, torrentismo, equitazione.