Bassolino alpinista sulla scia di Barracco, eroe del Monviso

Si pensava che Antonio Bassolino fosse più uomo da cozze al gratin che da polenta. Sbagliato. L’ex sindaco di Napoli, che ora si ricandida primo cittadino alla soglia dei settant’anni, scala le vette delle Dolomiti. Per sentirsi giovane, per conservare intatte le risorse fisiche e intellettuali a dispetto dell’età che avanza. In un’intervista alla Repubblica del 20 gennaio, Bassolino (1947) rivela di sentire una passione (politica) da diciottenne. E per confermare la sua buona condizione fisica, afferma di avere corso in ottobre la maratona di Firenze dopo essere tornato sulle Dolomiti per una sfida personale che risale a cinque anni fa. Una sfida con la montagna?, gli chiede incredulo l’intervistatore Sebastiano Messina. “No, con me stesso” risponde Bassolino. “Nel 2011, con il mio amico Ugo arrivammo a un punto stretto, una specie di cornicione con precipizi che si aprivano su entrambi i lati. Rinunciai: a volte mettersi da parte è la maniera più intelligente di salvare se stessi. A settembre abbiano deciso di tornarci. E una volta lì ci siamo guardati e siamo andati avanti. Non avevo più paura. Quando siano arrivati dall’altra parte, ho detto a Ugo: ho deciso di ricandidarmi a sindaco di Napoli”.

Ha aspettato in realtà il 21 novembre Bassolino per annunciare questa decisione usando Facebook, il social network nato tra i ragazzi delle università americane. “Mi candido di nuovo a Sindaco di Napoli”, ha scritto, utilizzando la “S” maiuscola. “Fare il Sindaco è stato l’impegno più grande della mia vita e sento il dovere di mettermi al servizio della città. Napoli prima di tutto, di ogni interesse particolare. La crisi della città è infatti molto grave. È una crisi politica e civile, oltre che economica e sociale. Politica e civile deve dunque essere la risposta chiamando a raccolta le forze migliori e valorizzando le energie giovani. Unire Napoli contro le troppe divisioni è la strada maestra per il futuro”. In pochi minuti oltre 150 “mi piace”.
Ma perché stupirsi se un politico e per giunta un uomo del Sud mette a frutto la sua passione per la montagna anche allo scopo di crearsi un’immagine positiva? La lezione viene da lontano, dallo statista Quintino Sella che nella seconda metà dell’Ottocento scrisse pagine di grande alpinismo raccontandosi nella famosa lettera a Bartolomeo Gastaldi intitolata “Una salita al Monviso” (pubblicata nel 1998 da Tararà con una presentazione di Lodovico Sella e note di Pietro Crivellaro). Non a caso, prendendosi a cuore la situazione del Meridione, Sella volle coinvolgere nella scalata al Monviso il barone garibaldino Govanni Barracco di Isola di Capo Rizzuto. Dopo aver scalato le montagne della Sila, il deputato calabrese fu anche tra i primi italiani a compiere l’ascensione al Monte Bianco. Oggi una cima del Monviso porta il suo nome.
La conoscenza della montagna è un modello comportamentale e aiuta ad affrontare le situazioni anche in politica e nell’amministrazione della cosa pubblica, perché non farne tesoro per dare luce alla propria immagine? Se ne è reso conto un altro politico famoso, il torinese Sergio Chiamparino (1948) che ora governa la Regione Piemonte, alpinista provetto, uno che la montagna dice di averla nel sangue come racconta nel libro “Cordata con sindaco” (Vivalda editori, 2011, a cura di Valter Giuliano). In quest’Italia balneare fa piacere sapere che qualche politico, rara avis, nutre interesse per la montagna. Detto inter nos, anche uno dei candidati sindaci di Milano è alpinista appassionato e molto legato al Club alpino. Indovinate di chi si tratta?
Non tutti i politici alpinisti sono necessariamente da ammirare. Ce ne sono alcuni su cui sarei prudente, ad esempio l’ex ministro Castelli e l’ex sindaco di Roma Alemanno..
Ora capisco come mai l’alpinismo italiano è quasi scomparso dalla scena internazionale 😉