Frana il Monte Rosa. Pericolo di altri crolli

SMINuove criticità si registrano in alta quota per il clima anomalo di questo inverno 2015/2016. Tra le montagne più a rischio in primo piano è il Monte Rosa con i suoi ghiacciai. Ora sul crollo del 16-17 dicembre 2015 alla Punta Tre Amici (vedi MountCity) si cominciano ad avere le idee più chiare. Purtroppo si temono nuovi crolli in un’area d’estate molto frequentata mentre nel sottostante lago delle Locce potrebbero verificarsi onde anomale. A quanto gentilmente segnalano Laura e Giorgio Aliprandi, strenui cultori della storia e della cartografia del Rosa, l’emergenza è stata analizzata il 19 gennaio 2016 nel prestigioso sito di “Nimbus”, organo ufficiale della Società Meteorologica Italiana, da Marta Chiarle, Gianni Mortara, Andrea Tamburini, Davide Martelli, 
Luca Sergio, Daniele Cat Berro. La diagnosi coincide in parte con le prime ipotesi formulate dagli esperti di MeteoLiveVCO, che avevano identificato la causa nelle “temperature folli per la quota”.

Polvere
I seracchi del Ghiacciaio Settentrionale delle Locce ricoperti da un deposito di polvere. In alto a destra è visibile parte dell’accumulo di frana 
(ph Gianni Mortara, del 19.12.2015, Nimbus, per gentile concessione). Nella foto sopra il titolo una panoramica della frana (ph Marta Chiarle del 19.12.2015, Nimbus, per gentile concessione).

“Infatti”, precisano ora i tecnici di “Nimbus”, “la temperatura media provvisoria in questo scorcio di dicembre è stata di 3.1°C, la media delle minime di 0.9°C, come se fosse ottobre e non dicembre”. “Con riferimento all’andamento delle temperature nelle settimane precedenti l’evento, si può avanzare l’ipotesi che la causa di questo tipo di fenomeni sia da ricercare non tanto direttamente nei tepori eccezionali che nel complesso hanno caratterizzato il periodo, quanto nel temporaneo ma considerevole abbassamento della quota dell’isoterma 0 °C registrato nell’ultima decade di novembre.
 Il conseguente congelamento potrebbe aver temporaneamente sigillato in prossimità della superficie le vie di deflusso dell’acqua circolante entro il reticolo di fratture che scompongono l’ammasso roccioso, provocando l’aumento delle pressioni interstiziali all’interno dell’ammasso stesso e causandone la destabilizzazione”.  Come si è accennato, la presenza del Lago delle Locce al piede del versante interessato dalla frana rappresenta un elemento di ulteriore criticità nel caso in cui dovessero verificarsi crolli di dimensioni superiori a quello del dicembre 2015, per la possibilità che si producano onde anomale. “Si consideri anche”, è spiegato nella ricerca di “Nimbus”, “che l’attuale sfioratore del lago si presenta in condizioni di per sé critiche, a seguito degli effetti di erosione rimontante documentati nel corso di questi ultimi anni”.

Fonte: http://www.nimbus.it/ghiacciai/2016/160119_CrolloTreAmici.htm

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