Gran Paradiso, spariscono i ghiacciai. Com’è ridotto il Money!

I risultati dell’ultimo monitoraggio dell’Ente Parco Gran Paradiso sui ghiacciai non sono confortanti; complice l’estate appena passata, che si è rivelata tra le più calde degli ultimi due secoli, tutti i ghiacciai dell’area in cui è ricompreso il Parco sono arretrati.

Le rilevazioni, condotte dal Corpo di sorveglianza del Parco e dagli operatori del Comitato Glaciologico Italiano, dimostrano un intenso regresso che sta portando alla forte riduzione o estinzione dei ghiacciai di minori dimensioni presenti nell’area protetta, con la divisione di alcuni di quelli maggiori e una rapida trasformazione del paesaggio dell’alta montagna.

Campagna glaciologica 2015
La campagna glaciologica 2015 è scaricabile alla pagina http://www.pngp.it/natura-e-ricerca/conservazione-e-ricerca/campagne-glaciologiche Sopra il titolo il ghiacciaio del Money com’era nel 1890 e come si è ristretto nel 2015.

I ritiri frontali sono stati a volte eccezionali. Il valore massimo è stato registrato al ghiacciaio di Money, in Valle di Cogne, che è arretrato di 52 metri ed è diminuito di  spessore. L’innevamento residuo, ovvero la copertura nevosa che rimane al termine della stagione di ablazione, è scarso e a volte completamente assente, venendo a mancare la linfa vitale per l’esistenza del ghiacciaio stesso.

Significativo è il caso del ghiacciaio del Grand Etret il cui bilancio di massa, parametro che esprime meglio di altri lo stato di salute di un ghiacciaio, relativo al periodo 2014-2015, è risultato negativo con una perdita di quasi due metri di equivalente in acqua. Dal 1999 a oggi il ghiacciaio ha perso più di 16 metri di spessore.

Particolare rilievo ha anche l’aspetto ambientale della ricerca; il lavoro dei guardaparco viene condotto con un impatto quasi nullo. Per raggiungere i luoghi delle rilevazioni infatti non vengono utilizzati elicotteri, ma solamente gli sci o i ramponi.

Il direttore del Parco Michele Ottino commenta così i risultati: “Da anni seguiamo con attenzione i ghiacciai presenti nel Parco ed il loro arretramento, da porre in relazione al riscaldamento globale di questi ultimi lustri. Queste attività sono utili per monitorare i cambiamenti climatici e comprenderne le cause e sono possibili grazie all’insostituibile lavoro sul campo e di elaborazione dei guardaparco”.

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