Sgarbi e il Sacro Monte di Varese al Festival del Racconto

Festival del raccontoNell’ambito del Festival del Racconto dedicato a Piero Chiara, i Sacri Monti alpini e prealpini sono stati al centro martedì 6 ottobre 2015 di una serata organizzata al cinema Castellani di Azzate (VA) con il contributo degli Amici del Sacro Monte di Varese. Grande era l’attesa per la partecipazione di Vittorio Sgarbi in veste di mattatore e “polemista”, come lui stesso ama chiamarsi. La presenza del critico d’arte, che da cartellone avrebbe dovuto presentarsi accompagnato dalla sorella Elisabetta, ha riempito la sala almeno mezz’ora prima dell’evento. Con puntualità i conduttori della serata, i giornalisti Alessandro Leone e Luigi Mascheroni si sono accomodati sul palco con Sgarbi. Ma un’atmosfera surreale nell’imbarazzo dei presenti si è subito materializzata quando l’ospite, alzati gli occhiali da miope sopra la fronte, ha cominciato a consultare il suo smart phone senza prestare alcuna attenzione ai saluti del sindaco e agli interventi di apertura dei due giornalisti. Il pubblico, invece di ascoltare, ormai attendeva con ansia il momento in cui Sgarbi avrebbe cominciato a parlare (e SE avrebbe cominciato a parlare, perché l’attenzione dimostrata verso la sua protesi informatica sembrava ormai averlo portato via dal mondo animato).

All’improvviso, finalmente, Mascheroni ha formulato una domanda (che credo nessuno abbia colto tanta era ormai l’attesa della figuraccia). Sgarbi non ha alzato la testa: per qualche secondo di silenzio imbarazzante ha continuato a scrivere qualcosa, forse un whatsapp.

Chiara a Varese
L’intervento di Sgarbi sui sacri monti al Festival del Racconto (http://ilfestivaldelracconto.it). Sopra il titolo, il Sacro Monte di Varese in una stampa dell’Ottocento (ph. D. Monti, Vie Storiche)

All’invito pressante di ritornare in vita ha guardato la sala e, come rendendosi conto di non essere nel bagno di casa si è scosso avanzando qualche rimostranza… Poi ha iniziato a parlare. E il pubblico varesino, che da quando ha perso, in maggio, il suo professor Luigi Zanzi ha perso anche l’occasione di ascoltare una buona oratoria, non è stato deluso.

Per un’ora ha parlato Sgarbi, partendo dalle radici cristiane dell’arte italiana, raccontando l’unicità dei Sacrimonti di Piemonte e di Lombardia, descrivendo con minuzia i personaggi della Gerusalemme della Val Sesia “una valle che ha rappresentato se stessa”.

Uno spezzone del film sul Sacromonte di Varallo prodotto dalla sorella “così brava perché in competizione continua con il SOLE della famiglia” e una serie di belle immagini scattate al Sacromonte di Varese dal fotografo Paolo Zanzi sono servite per spiegare meglio i concetti, per arrivare “fin dove gli occhi del visitatore non possono arrivare, oltre le grate, i vetri, i confini che proteggono le statue, per confonderci tra di esse, abitando le loro cappelle e incontrando tutti i personaggi di questa folla pietrificata”.

Non sono mancati i passaggi in cui lo Sgarbi “polemista” ha dato il meglio di se criticando con qualche ironia i politici, le archistar e gli artisti contemporanei. Il pubblico varesino ha dimostrato con un applauso prolungato di conoscere e amare profondamente la propria montagna e il suo patrimonio artistico e di essere in sintonia con il relatore in quasi tutti i passaggi del suo variegato discorso. E’ stata anche una festa quando Vittorio (perché ormai tutti lo chiamavano così), firmando e concedendo dediche personalizzate sulla prima pagina di un suo libro in vendita, si è intrattenuto amichevolmente con tutti i presenti.

Usciti dal teatro, la sera tiepida avrebbe invitato a una visita notturna al Sacro Monte, alle scenografiche cappelle che, illuminate artificialmente, danno di se un’immagine inconsueta, quasi magica. Ma è ormai tardi ed è ora di rientrare. E poi ci resta un dubbio sulla serata: non sarà che Varese stia cercando un nuovo sindaco?

Dario Monti

www.viestoriche.net

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