L’asilo nel bosco raccontato da un educatore occitano
![]() Altro che scivoli e altalene di plastica, con strutture in tubolare e in legno trattato che costano centinaia di euro, che vanno fissate con colate di cemento e si possono utilizzare in un solo modo; con poche decine di metri di corde statiche, alcuni alberi, dei bastoni e l’apprendimento di pochi e semplici nodi si può trasformare il bosco in un vero e proprio parco giochi a misura di bambino: altalene, trapezi, ponti appesi, giochi di gruppo, scale, ragnatele verticali e orizzontali, percorsi ad ostacoli, teleferiche, tanti giochi che si possono adattare a tutte le età, che si possono smontare e rimontare a piacimento, che si possono allestire in luoghi stupendi immersi nella natura. Ho sperimentato questi giochi con i miei figli e con i bambini che frequentano l’asilo “Il Baco da Seta” presso la Cascina Zumaglia a San Pietro del Gallo. I risultati sono andati oltre le mie aspettative. I bambini sono istintivamente attratti da questi giochi minimali e multifunzionali. Ho iniziato costruendo alcuni giochi nell’aia della cascina, giusto per provare e regalare un’esperienza nuova ai bambini dell’asilo, e in teoria avrei dovuto smontarli dopo alcuni giorni, ma queste strutture così semplici, fatte solo di corde e bastoni, si sono rivelate non solo dei giochi ma un vero strumento pedagogico per stimolare il corpo e le menti dei bambini, uno strumento efficace per invogliare quelli più timidi e impacciati, per canalizzare le energie di quelli più vispi ed esuberanti, per favorire la collaborazione, l’imitazione, la psicomotricità di ciascun bimbo e rafforzare la complicità del gruppo nel suo complesso. Alla fine ho aggiunto altri giochi e sono rimasti li tutta l’estate a disposizione dell’asilo ma anche delle scolaresche delle elementari in visita da tutta la provincia di Cuneo, visto che la Cascina Zumaglia è anche una Fattoria didattica, e dei bambini più grandi che frequentano qui l’Estate Ragazzi. Sono giochi versatili con i quali non esiste un solo modo per giocare ma tanti modi quanti sono i bambini che li usano, a seconda della loro attitudine e della loro età. Se Alessandra Schwarzer autrice di “Giocare con gli alberi” (libro di riferimento in italiano per queste attività) consiglia questi giochi a partire dai 4 anni noi ci siamo accorti che si possono adattare bene anche ai bimbi più piccoli; mio figlio Daniel, che da quando aveva solamente un anno o poco più già vedeva suo fratello arrampicarsi e dondolarsi con piacere sulle corde, ha iniziato ad apprezzare ed usare spontaneamente i giochi già ad un anno e mezzo, nel giro di pochi mesi era diventato un discreto arrampicatore e sperimentava con il corpo nuovi modi per appendersi e dondolare e ora che ha poco più di due anni non ha problemi ad utilizzare ponti, scale, trapezi e teleferiche. Quest’anno nell’ambito del progetto “Convivéncia” ho deciso di mettere a disposizione la mia esperienza per proporre ai bambini delle elementari delle giornate nel bosco e sperimentare insieme questa esperienza psicomotoria unica nel suo genere. I vantaggi a livello pedagogico di questi giochi sono molti considerando che i bambini di questa età apprendono e vengono stimolati facilmente soprattutto con le attività psicomotorie; qui di seguito voglio riportare alcune considerazioni fatte da Alessandra Schwarzen e da alcuni esperti di pedagogia della natura che ispirano il mio lavoro: ![]() • L’idea di costruire dei giochi con le corde nasce dal desiderio di rendere possibili per i bambini esperienze come arrampicarsi dondolarsi e rimanere sospesi nel bosco e più in generale a contatto con la natura. I giochi con le corde sono in sé elementi instabili che posseggono una caratteristica importante: invitano i bambini ad arrampicarsi su piani orizzontali o verticali e così si sviluppano la forza, si allungano i muscoli, aumenta la costanza, la destrezza, il senso di equilibrio, il coraggio, la socializzazione e l’attenzione nei confronti degli altri. Saranno i bambini a decidere come quando arrampicarsi sui giochi fatti con le corde, secondo le loro capacità e la loro volontà di divertirsi e di affrontare una sfida. L’obiettivo è rendere i bambini più consapevoli del proprio corpo e in grado di ascoltarlo. Giocare sulle costruzioni con le corde offre molteplici esperienze di cui ha bisogno il bambino per un armonico sviluppo della personalità. • I bambini agiscono e sperimentano in modo totale: con la mente, il cuore e le mani. Percepiscono i sensi con tutto il corpo e attraverso di esso esprimono i sentimenti come la rabbia, la gioia e la tristezza. Il movimento e la percezione sensoriale mettono in moto processi di apprendimento di base ed è proprio attraverso il movimento che il bambino impara a decifrare il mondo circostante, le persone di riferimento, il materiale presente. Il movimento serve ad aumentare regolarmente il suo bagaglio di esperienze, rendendolo più sicuro di sé e indipendente. La conquista di queste molteplici competenze porta allo sviluppo della personalità individuale. • Gli spazi gioco accessibili ai bambini sono sempre più artificiali e stimolando poco il movimento. L’infanzia attualmente significa fare esperienze in ambienti chiusi (asili nido, scuola materna, cameretta, scuola di musica, palestra, ecc.) e si ha sempre meno l’occasione di giocare a contatto con la natura. • Il bosco offre ai bambini molteplici occasioni di espressione di processi infantili di sviluppo attraverso il movimento. Nel bosco le esperienze sensoriali sono presenti nella loro pienezza e coinvolgono tutti e cinque i sensi. I bambini sono spronati in modo naturale a sperimentare le loro capacità motorie e a fare innumerevoli scoperte ed esperienze tattili. • I giochi con le corde costituiscono un elemento importante della “pedagogia della natura” e possono essere utilizzati per feste, compleanni, laboratori, serate all’aperto, campi estivi o vacanze in famiglia (citazione tratta da Giocare con gli alberi di Alexandra Schwarzer). • Ricorrendo a sistemi molto economici e con un impiego minimo di materiale è possibile fornire ai bambini degli spazi all’aperto che tramite l’attività didattico-educativa favoriscano la loro crescita globale. • In una pedagogia della natura, atta a sviluppare la sperimentazione pratica e il lavoro sul terreno, valorizzando gli spazi esterni all’edificio scolastico, il bambino non è più il ricettacolo delle informazioni scaricate, non è lo spettatore passivo, ma l’artefice del suo apprendimento, il produttore dei documenti didattici, il collaboratore del docente, il centro del sistema educativo. • Non basta la trasmissione di conoscenze ecologiche per far prendere coscienza della realtà della natura; bisogna immergersi e vivere l’ambiente e assegnargli una valenza prioritaria anche dal punto di vista didattico: nell’ambiente per apprendere dall’ambiente, quale risorsa multi-disciplinare (citazione tratta da Pedagogia della Natura di Valerio Sanfo sociologo, pedagogista, direttore Università popolare A.E.ME.TRA). • Creiamo e costruiamo con le corde giochi differenti per stimolare il movimento: questo è un modo meraviglioso per favorire la psicomotricità nella natura (Rolf Patermann). • Con la parola psicomotricità si intende la stretta relazione tra le funzioni motorie e psichiche (Renate Zimmer). • L’obiettivo dell’educazione psicomotoria non è quello di “insegnare” al bambino ad eseguire alla perfezione alcuni precisi esercizi. Al contrario, mira a favorire un’ “espressività psicomotoria” quanto più possibilmente libera e spontanea. Il bambino usa il corpo e il movimento come canale di espressione e di comunicazione privilegiato (Bernard Aucouturier) • Muovendosi, giocando, esprimendo se stesso attraverso il movimento il bambino affina non soltanto importanti abilità (equilibrio, concentrazione, attenzione, abilità fisiche), ma riesce anche ad entrare in comunicazione con il profondo sé e gli altri. Nel bambino i processi fisici e psicologici, emotivi e spirituali sono strettamente connessi gli uni agli altri. Egli non riesce chiaramente a cogliere la distinzione tra pensiero e azione, tra percezione reale e quella mentale, tra desiderio e realtà, tra quotidianità e mondo onirico. Imparerà a distinguere il tutto nel corso della crescita. • Le percezioni sensoriali sono molto più intimamente collegate tra loro che nell’adulto, così come lo sono i sentimenti con i movimenti del corpo (Ernst J. Kiphard). Esteve Anghilante da Nòvas d’Occitania n.148 settembre 2015 per gentile concessione Info e contatti: Esteve 3337925599 – anghilanteesteve@gmail.com
|