Aree protette al collasso. In un documento, Cipra Italia denuncia l’asfissia operativa di diversi parchi regionali

Cipra Italia logoForse non ce n’eravamo accorti, ma in questi mesi nel nostro Paese si susseguono le proposte di istituzione di nuovi parchi naturali, in Appenino come sulle Alpi e lungo le coste marine. “Si tratta di un segnale culturale importante, che va raccolto e al quale vanno offerte risposte, anche istituzionali”, sostiene ora la Commissione italiana per la protezione delle Alpi (CIPRA Italia) che in un documento propone una riflessione sul futuro delle aree protette.

La situazione appare però fluida. Le ultime notizie davano per certa (Dislivelli) un’aperta contrarietà delle popolazioni locali al costituendo Parco del Monviso. A sua volta Mountain Wlderness si è impegnata in estate in una serie di iniziative per il rilancio del Parco dello Stelvio drammaticamente fatto a pezzi dalla politica o, quanto meno, per l’affermazione del progetto di un Parco Europeo delle Alpi Centrali.

MW pro Stelvio
Una “rete delle riserve” può permettere secondo Cipra Italia di riqualificare, ricostruire, rendere accessibili, fruibili, anche sotto il profilo culturale e l’investimento turistico, territori destinati all’abbandono. Qui e nella foto in alto il Parco dello Stelvio in luglio durante il trekking di Mountain Wilderness per protestare contro il dissolvimento di questa storica area protetta (archivio Mountain Wilderness, per gentile concessione)

Ma mai disperare. Ora Cipra Italia sembra voler mettere una pietra sopra certi errori amministrativi del passato come un eccesso di regolamentazioni e la riduzione degli spazi di autonomia nelle valli alpine, tutti elementi vissuti con sofferenza dai residenti. Così il Consiglio direttivo del quale, oltre alla presidente Federica Corrado, fanno parte Luigi Casanova (Mountain Wilderness) che ricopre la carica di vicepresidente, Carlo Gubetti (Pro Natura Torino) segretario, Bruno Zanon (Istituto Nazionale di Urbanistica), Antonello Zulberti (Federparchi), Vanda Bonardo (Legambiente) e Marco La Viola (Federazione Nazionale Pro Natura), riparte da alcuni segnali considerati positivi. Anzi, per dirla con le parole del documento che qui viene riproposto nella sua integrità, Cipra Italia imposta la sua azione di rilancio su “elementi di continuità nel lavoro di promozione dei principi sanciti dalla Convenzione delle Alpi uniti a spinte di forte innovazione nella ricerca delle strade più appropriate per un utilizzo sostenibile delle preziose risorse alpine (…) recuperando verso le aree protette i contenuti strategici offertici dalla Carta Europea del Turismo sostenibile”.

In Italia vi sono 24 parchi nazionali, che complessivamente coprono oltre un milione e mezzo di ettari, tra terra e mare, pari al 5% circa del territorio nazionale. Il parco nazionale integra e completa la salvaguardia operata dai parchi naturali regionali, e viceversa, occupandosi di territori alquanto vasti (almeno per la realtà italiana) e coinvolgendo diverse decine di Comuni.

Il problema in tempi di crisi è che alcune amministrazioni regionali impongono alle aree protette restrizioni economiche sempre più pesanti che le stanno portando all’asfissia operativa. “Alcuni parchi regionali”, denuncia Cipra Italia, “non dispongono più delle risorse necessarie alla loro minima sopravvivenza nonostante quasi tutte queste aree protette siano state capaci di attingere a contribuzioni dirette dell’Unione Europea e a stringere patti con iniziative di carattere privatistico”.

Che cosa aspettarsi dunque dal futuro? “Un po’ ovunque”, osserva Cipra Italia, “dove non si è attuata una zonizzazione partecipata, il parco ha portato le popolazioni locali a deresponsabilizzazione totale verso il dovere della conservazione del territorio, del paesaggio, delle culture locali. E’ quindi anche utile e necessario interrogarsi in modo laico se per proteggere la natura oggi sia necessario istituire nuovi enti, strutture burocratiche, che abbiano il compito di tutelare ambienti pregiati. Prima di istituire nuove aree protette non è forse il caso di portare a funzionalità piena quelle esistenti e trovare altre forme di intervento?”.

Scarica qui il documento di Cipra Italia I Parchi del futuro

http://www.cipra.org/it/cipra/italia

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