Che cos’è l’avventura per te? Dillo in 400 parole
“All’avventura. Ogni luogo, ogni giorno, ogni momento”. Questo il tema del Blogger Contest 2015 organizzato alla rivista Le Dolomiti Bellunesi in collaborazione con altitudini.it, AKU trekking & outdoor footwear e l’Associazione Gente di Montagna. La novità è che il testo non deve superare le 400 parole. Il Contest è aperto a tutti i blogger che scrivono su un blog, su una rivista digitale (personale o di altri editori) o pagina facebook.
Per partecipare gratuitamente, entro il 10 settembre 2015 si deve compilare il modulo di iscrizione inviando una foto e un breve testo inerenti il tema del concorso. Entro il 30 settembre una giuria provvederà a selezionare i tre blogger vincitori. Ogni “unità multimediale” (sic) dovrà essere composta da: a) un testo, al massimo di 400 parole, nella propria lingua madre, in un unico file di testo in formato doc; b) una foto digitale (in formato JPEG della dimensione almeno di 2000 pixel sul lato maggiore), si accettano anche immagini analogiche digitalizzate, disegni e opere pittoriche. Testo e foto vanno inviati all’indirizzo email redazione@altitudini.it
Fin qui il regolamento. Ma perché quest’anno si è scelta questa formula basata su un testo tanto succinto da mettere a dura prova il talento dei candidati? L’ipotesi è che si profili una certa stanchezza nel mondo dei blog e che gli organizzatori del concorso abbiano voluto percorrere una nuova e più originale strada, spingendo alla sintesi per dare più valore ai contenuti. E’ palese d’altra parte la sproporzione che esiste fra il tempo dedicato a scrivere qualcosa di buono sul web (molto tempo, come per la carta) e il tempo che gli utenti gli dedicano per leggerlo (pochi secondi). Poi tutto rischia di trasformarsi in spazzatura digitale anche se i blog, grazie alle moderne tecnologie informatiche, sono contenitori d’informazioni abbastanza rintracciabili con le parole-chiave e destinati a durare nel tempo.
Altro problema. Il dibattito suscitato dai blogger spesso si trasferisce nei cosiddetti social media che sempre più si rivelano fonti di banalità o, peggio, d’invettive di dubbio gusto. Numerosi sono i blogger che saltuariamente si “vestono” da giornalisti, o che fanno parte della folta schiera di “citizen journalist”: ma nel settore specifico della montagna è sempre più difficile trovare collaboratori preparati e, soprattutto, disponibili. Anche per questo motivo i siti di montagna, con le dovute eccezioni, appaiono spesso poveri di contenuti, poco attenti all’attualità, talvolta in palese stato di semi-abbandono. Difficilmente trovano un sostegno economico. E sempre più raramente, per non dire quasi mai, i temi portanti vengono ripresi sulla stampa cartacea generalista che della montagna sembra essersi dimenticata.