Tra le “vie storiche” il Decumano dell’Expo 2015

Oggi più che mai occorre coltivare la memoria e condividere i saperi. Ne sono convinti Rosalba Franchi e Dario Monti, marito e moglie, che da vent’anni si prendono cura del sito www.viestoriche.net con i contributi di qualche collaboratore. Il sito è nato all’inizio per documentare gli antichi percorsi di pellegrinaggio medioevali. “Siamo partiti da Santiago de Compostela”, raccontano Rosalba e Dario che vivono nell’hinterland milanese, “per approfondire i diversi percorsi francesi e la Francigena in Italia. Ci siamo quindi occupati di vie storiche e passi attraverso le Alpi. Intanto è cresciuto anche l’interesse per i Sacri Monti e alcuni racconti di viaggio. Ora, in particolare, ci stiamo dedicando alle vie d’acqua e a Expo che, tra qualche mese, scomparendo, entrerà nella storia”.
La prospettiva, piuttosto ambiziosa, è di consacrare tra le vie storiche il Decumano che taglia per il lungo l’esposizione universale a Rho Pero. “Expo 2015 non è una città”, spiegano Rosalba e Dario, “non può esserlo perché negli statuti costitutivi sta scritto che, dopo sei mesi, deve essere distrutta. Per ora possiamo considerarlo un accampamento che, finito il suo compito, lascerà sul terreno, oltre a Padiglione Italia, almeno i due assi generatori e le vie d’acqua che la delimitano e la attraversano, il seme di qualcosa di nuovo su cui Milano deve ancora esprimere la propria volontà. Dalla fine di ottobre 2015, EXPO entrerà nella storia: un’occasione da non perdere per descrivere dal vivo l’ultimo Castrum multietnico. La citazione latina di Plinio il Vecchio ‘Divinus Halitus Terrae’ campeggia all’esterno dell’imponente edificio a forma di cono. Protagonisti indiscussi della scena sono la natura nel suo continuo e sorprendente mutare e l’uomo che, con la sua presenza e le sue azioni, è artefice delle trasformazioni dell’ambiente in cui vive”.

Rosalba racconta di essersi fermata meravigliata dinnanzi alla colossale costruzione di legno che accoglie il visitatore del Padiglione zero, quello che introduce la visita al sito e che secondo il critico d’arte Philippe Daverio potrebbe diventare un’icona e sopravvivere a lungo all’Expo. Un’elegante biblioteca con colonnati, statue e cassetti aperti sono disposti su differenti piani. “L’impatto è di grande effetto e stimola la curiosità. Siamo di fronte ad un ideale ‘archivio del mondo’ dove trovano una collocazione, come i libri negli scaffali di una biblioteca, tutte le forme di sapere”.
“Nutrire il pianeta. Energia per la vita”: il Padiglione zero è quello che, in certo senso, dovrebbe costituire il significato dell’esposizione universale. Il “divino respiro della terra” della citazione di Plinio il Vecchio accompagna lungo la visita che si snoda in una serie di edifici a forma di cono. I temi svolti sono quelli della Natura naturans e della Natura naturata per rappresentare i molteplici aspetti dell’ambiente naturale e di quello antropizzato. Il percorso illustra il rapporto dell’uomo con la natura: le azioni e gli interventi che gli esseri umani hanno messo in atto nel tempo e nelle diverse culture, per trasformare e rendere abitabili gli spazi naturali.

“Il primo colpo d’occhio”, raccontano Rosalba e Dario nel loro sito dedicato alle vie storiche, “lascia un po’ confusi e disorientati tanta è la diversità dei padiglioni che, accostati gli uni agli altri, richiamano l’idea di un accampamento, per la verità, anche piuttosto casuale e disordinato. Era forse la stessa sensazione che si provava entrando in un castrum? Negli intenti degli organizzatori di Expo il Decumano, che attraversa l’intero sito da est ad ovest, rappresenta simbolicamente l’asse che unisce il luogo del consumo di cibo, la città, a quello della produzione, la campagna. All’estremità orientale è posta, infatti, la collina mediterranea ricoperta da olivi, agrumi e fichi. Sono oltre 130 i Paesi partecipanti a questa Esposizione universale di cui circa 60 hanno un allestimento autonomo mentre i restanti occupano spazi all’interno di nove cluster tematici. Ogni Paese, rispettando dei parametri dati, ha interpretato e proposto il tema dell’Expo milanese Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”.

Per Rosalba e Dario camminare nelle vie storiche per poterle raccontare con ricchezza di particolari è un aspetto basilare della loro attività culturale. “Coltiviamo questi interessi comuni (Dario si occupa più di cartografia e topografia, io di storia, arte e letteratura) e cerchiamo di unire alla ricerca storica lo studio sul posto percorrendo a piedi gli itinerari”, spiega Rosalba. “Obiettivo è la condivisione di conoscenze e la divulgazione di informazioni che, spesso, restano confinate ad ambiti locali o specialistici. Abbiamo avuto dei riscontri positivi, così cerchiamo di aggiornare il sito appena troviamo spunti ed esperienze che ci sembra interessante comunicare agli altri. E’ un bell’impegno ma cerchiamo di fare del nostro meglio sperando, naturalmente, che la lettura risulti piacevole!”.
Basta una visita anche superficiale al sito per confermare che questi intenti hanno un riscontro assolutamente positivo. Il sito è facile da consultare, il flusso delle informazioni scorre piacevolmente senza indulgere in ricercatezze accademiche. Davvero un bel colpo d’occhio su queste vie storiche di ieri, oggi e domani.
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