“Yogarrampicata”, un’esperienza verticale in rapida espansione
In vista della Giornata mondiale dello yoga che si celebra domenica 21 giugno 2015 su proposta del premier indiano Mr.NarendraModi, niente di più opportuno di un manuale per gli yogarrampicatori, quei climber che manifestano un’attitudine e un approccio profondamente spirituali verso la loro attività verticale. Codificare come lo yoga possa far parte dell’arrampicata non dev’essere cosa facile, ma Alberto Milani, 1980, laureato in ingegneria presso il Politecnico di Milano, istruttore di yoga, ci ha provato con buon risultati nel volume “Yogarrampicata” (156 pagine, 28 euro) appena sfornato nell’eccellente librificio di montagna di Versante Sud. “A dispetto di eventuali scetticismi”, scrive Milani nella presentazione del volume, “la pratica dello yoga non è una novità nel mondo verticale e sono diversi gli arrampicatori famosi che hanno fuso queste due discipline, primo fra tutti, se non altro per impatto mediatico, Chris Sharma…In entrambe queste discipline, molti hanno trovato un senso più profondo di unione tra il proprio corpo con la propria mente/spirito e con il mondo circostante…Questa guida vuole arrivare a dimostrare come l’arrampicata, vissuta con consapevolezza e profondità, diventi essa stessa meditazione, tanto da poter essere considerata come un’altra forma di yoga”.

Ecco quinti nel libro, dopo un necessario approfondimento sulla quintessenza dello yoga, l’analisi di asana e sequenze yogiche nella teoria e nella pratica, le tecniche di Pranayama, la meditazione in e per l’arrampicata, Yama e Niyama in arrampicata. E per concludere un indice delle asana o posizioni yogiche considerate ottimi strumenti per mantenere il benessere fisico, per migliorare la nostra flessibilità, il nostro equilibrio e la nostra forza, ma anche un primo gradino per elevare la nostra consapevolezza interiore.
Tutte esperienze vissute e messe in pratica da storici arrampicatori. L’americana Lynn Hill continua ad allenarsi senza tabelle rigide e fisse praticando lo sci di fondo e lo snowboard, facendo jogging, poi stretching, yoga per la concentrazione, un po’ di tai chi ed esercizi di ginnastica artistica per le mani e gli addominali. Familiarità con lo yoga manifesta il grande Manolo. Ed esercizi tratti dallo yoga per scaldare il corpo e prendere coscienza del respiro fanno parte dell’introduzione all’arrampicata con cui Ivano Zenoni, IA della Orobica Scuola di Alpinismo e Scialpinismo di San Pellegrino, tiene un corso con pazienti psichiatrici di un Centro Day Care.

Lo yoga, questa disciplina articolata e composita, nata “con l’uomo e per l’uomo”, e dunque giustamente considerata patrimonio dell’Umanità, è anche al centro degli incontri proposti in alberghi di montagna dall’Accademia di Kriya Yoga di Milano mentre la Sezione di Cefalù del Cai coinvolge gli iscritti in interessanti trekking yoga, una disciplina in cui la ricerca sembra non avere mai fine. Però, attenzione: Federico Squarcini in “Yogasutra” (Einaudi, 32 euro) mette in guardia sull’uso spregiudicato della disciplina da parte di “centinaia di multinazionali del fitness, spregiudicati squali del franchising, ‘santoni’ senza scrupoli, piazzisti del diploma di yoga teacher, dilettanti dell’anima di ogni sorta”.