Alpinismo e libertà: il sacrificio dell’accademico Gasparotto

La Milano degli alpinisti e la Milano della lotta per la libertà s’incontrano giovedì 18 giugno 2015 per ricordare dopo 71 anni il sacrificio di Leopoldo (Poldo) Gasparotto, accademico del Cai, che venne internato dai nazisti nel campo di concentramento di Fossoli, prelevato su ordine del Comando delle SS di Verona, e ucciso a tradimento. L’evento è organizzato dalla Commissione culturale della Sezione CAI Milano cui Gasparotto apparteneva dal 1924 per ripresentare ai soci e agli amici la storia di questo spirito libero e della sua forte compagna Nuccia. Conduce la serata, nella sede di via Duccio da Boninsegna, Ruggero Meles, autore di “Leopoldo Gasparotto, alpinista e partigiano” (Hoepli 2011).

Gasparotto con moglie
Con la moglie Nuccia (arch. Modisca)

Non fu il solo alpinista, Gasparotto, tra gli accademici milanesi del CAI, che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 decisero di “andare in montagna”. Leopoldo (Poldo), di professione avvocato, aveva un curriculum alpinistico di prim’ordine. Nel 1929 condusse con Ugo di Vallepiana una spedizione milanese nel Caucaso, con la scalata della cima vergine del Ghiulci (5629 m), l’ultima delle vette principali del Caucaso centrale ancora inviolata. Compì anche la prima salita con gli sci dell’Elbruz (5629 m).

Istruttore della Scuola militare d’Aosta, dopo il disfacimento dell’esercito italiano entrò nella Resistenza e divenne comandante delle formazioni lombarde di Giustizia e Libertà e braccio destro di Ferruccio Parri.

Arrestato nel dicembre 1943 per la delazione di una spia fascista e sottoposto a torture, venne trucidato nel giugno del 1944 con raffiche di mitra. Come scrive Alberto Benini nella prefazione della biografia di Ruggero Meles Leopoldo Gasparotto, alpinista e partigiano (Hoepli, 2011), l’alpinismo per lui “sfuma nel viaggio e nell’esplorazione e poi nella Resistenza: enormi e meravigliosi spazi di libertà personale, esplorati fino in fondo con occhi aperti e sguardo sorridente”. Gasparotto riuscì a mettere in salvo le sue memorie affidandole a un compagno. Ruggero Meles alpinista, insegnante, regista e videomaker, ci presenta la vita di Poldo, personaggio di grande rilievo nel panorama degli alpinisti, noto per le sue ardite spedizioni e scalate, stimato avvocato milanese, coraggioso partigiano, stroncata subdolamente dai suoi carcerieri nazi-fascisti che gli spararono alle spalle nei pressi del campo di prigionia di Fossoli.

Il libro ha il ritmo di un documentario e il lettore è trascinato a immaginare le azioni del protagonista, le spedizioni sul Caucaso, in Groenlandia, le ascensioni alle vette lombarde, la cura e l’amore per la famiglia, la scelta antifascista, la cattura, la prigionia e la morte.

Gasparotto atleta
A sinistra quando era studente (arch. Modisca)

Ne traspare la personalità di Leopoldo, il suo comportamento generoso e autoironico, caratteristico e costante sia nell’alpinista che nel partigiano, così come la sua capacità di resistere tanto alle intemperie quanto alle torture, l’altruismo e la serenità dimostrate in ogni circostanza.

Nella parte centrale del volume sono inserite diverse pagine in carta patinata con un buon numero di fotografie dell’epoca, che aiutano a “vedere” e inquadrare il personaggio e la sua storia, dalla foto del padre Luigi, deputato e ministro, a quelle dell’avventuroso viaggio di nozze con la moglie Nuccia in Lapponia.

Impossibile non apprezzare, ammirare e rimpiangere un uomo come Poldo, con la sua incredibile energia, sempre pronto ad accettare e sfidare le difficoltà, da quelle delle montagne e dei ghiacci a quelle della resistenza al regime fascista di Salò. Le vicende che portarono al suo arresto, alle torture subite a San Vittore, al trasferimento a Fossoli, sempre affrontate da Poldo con grande altruismo e spirito organizzativo, con la costante aspirazione a sottrarre l’Italia alla dittatura fascista, sono presentate attraverso testimonianze e citazioni dal suo diario che riuscì fortunosamente a passare a un compagno di prigionia prima di essere trucidato (Diario di Fossoli a cura di Mimmo Franzinelli, Bollati Boringhieri, Torino 2007). Da queste pagine si capisce quanto fossero presenti in Poldo, fino alla fine la grande passione civile e l’amore per i suoi cari e per le “sue” montagne.

http://www.caimilano.eu

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