Valanghe. Poca neve ma tanti incidenti (30 morti!)

Sicuri con la neve? Non troppo, se è vero che in aprile a dispetto delle pur meritorie campagne per la prevenzione eravamo già molto al di sopra della media degli incidenti legati al fuoripista e allo sci alpinismo. Una situazione tipica, spiegano i tecnici, degli inverni caratterizzati da spiccata variabilità (sbalzi di temperatura, forte e frequente attività eolica) e manto nevoso caratterizzato da spessori mediamente ridotti o fortemente variabili. Ora il bilancio degli sciatori rimasti sepolti sotto le valanghe si è consolidato anche se l’estate potrebbe riservare nuove spiacevoli sorprese. Trenta (30) sono purtroppo i morti (27 sulle Alpi e 3 sugli Appennini). E se le località italiane hanno poco da stare allegre, quelle della Confederazione Elvetica non ridono certo: l’appena conclusa stagione invernale è stata funestata oltralpe da 29 sciatori ed escursionisti morti, malgrado le scarse precipitazioni registrate anche sulle montagne elvetiche.

Bisogna risalire all’inverno 2009-2010 per ritrovare un numero così alto di decessi dovuti alle valanghe. Ecco, per una maggiore definizione del problema, il comunicato diramato dall’Associazione italiana neve e valanghe (Aineva) al termine del 18° Meeting dell’European Avalanche Warning Services svoltosi a Roma dal 5 al 6 giugno (il documento è scaricabile da: http://www.aineva.it/notizie/notizie_EAWS_Meeting.html)

Tre aspetti del problema

Morti in valanga dal 1986
Anno per anno gli incidenti dal 1986 (fonte: Aineva)

E’ un luogo comune pensare che negli anni con tanta neve ci siano molti incidenti da valanga, mentre le statistiche dimostrano proprio il contrario. Per esempio la stagione 2013-2014 è stata particolarmente nevosa e i morti in valanga in Italia sono stati 23, mentre la stagione appena trascorsa (2014-2015) ha avuto un innevamento ben inferiore alla media, ma si registrano 30 persone decedute in valanga (27 sulle Alpi e 3 sugli Appennini) in oltre 70 incidenti da valanga noti.

Il maggior numero di decessi sono avvenuti nelle attività di sci alpinismo (18 su 30), seguiti dalle attività in fuori pista (9 su 30). Da ricordare che l’ultima vittima da valanga in abitazione è avvenuta nel lontano 1999 e sulle vie di comunicazione nel 1986. I motivi sono molteplici, vediamone alcuni.

  • Aspetti nivologici: se il manto nevoso è più sottile è più probabile che abbia una struttura sfavorevole, inoltre, è più facile sollecitare lo strato debole interno facilitando l’innesco di una valanga a lastroni.
  • Aspetto psicologico: è facile fare l’associazione (errata) poca neve = pericolo minore, così si è meno attenti ai segnali naturali di pericolo, “guardia abbassata“.
  • Aspetto legato al terreno: con tanta neve possiamo scegliere tra molti itinerari possibili, secondo la nostra propensione al rischio; con poca neve saremo tentanti, giocoforza, a sciare sopra agli accumuli da vento, potenzialmente più instabili.

Fonte: Aineva

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