Niente eliski nelle valli piemontesi?
L’eliski è stato, nell’inverno che ci lasciamo alle spalle, uno dei temi più dibattuti anche in questo sito. Sull’argomento si è fatto il punto il 1° giugno a Cuneo grazie all’associazione Le Alpi del Sole, nata per iniziativa delle sezioni cuneesi del Club Alpino Italiano: la stessa associazione che sulla questione ha presentato, nelle sedi istituzionali del sodalizio, una mozione ufficiale e aperto una pagina Facebook dal titolo inequivocabile: “No all’eliski nelle nostre valli”. Intanto l’avvocato torinese Matteo Guadagnini, dopo aver raccolto oltre duecento firme, ha inviato una lettera aperta a Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, in cui si chiede “il divieto assoluto di utilizzo di elicotteri per impieghi ludici e del tempo libero nel territorio montano regionale”. Infine CIPRA Italia della faccenda ha investito il Parlamento, sollecitando una severa regolamentazione a livello nazionale. Ecco quanto scrive nelle pagine del quotidiano La Repubblica Leonardo Bizzaro che ha fatto da moderatore all’incontro di Cuneo.

Equiparare gli elicotteri agli impianti di risalita?
Stiano tranquilli, oppositori all’eliski e sfegatati sostenitori. La legge che tanto era stata invocata dopo l’incidente di marzo in val Thuras non si farà. Lo ha ammesso lo stesso assessore alla Montagna, Alberto Valmaggia, lunedì 1° giugno a conclusione della tavola rotonda al Cuneo Montagna Festival.
Eliski, una questione calda anche in pieno inverno. Arroventata addirittura dalla fine dello scorso anno, quando la guida alpina valtellinese Popi Miotti si è dimessa in polemica con i colleghi che accompagnano i clienti con gli elicotteri, mentre in Piemonte un folto gruppo di scialpinisti ha cominciato su internet una raccolta di firme contro il trasporto aereo sulle distese innevate.
Il festival della Granda dedicato alle terre alte, che si è concluso con il concerto di rock occitano di Lhi Balos e Lou Tapage, ha colto lunedì 1° giugno l’occasione per mettere a confronto gli attori della discussione. Un dibattito ampio organizzato da Nanni Villani, direttore di Alpidoc, la rivista delle sezioni del CAI delle Alpi del Sole, che non ha dribblato le polemiche ma ha evitato i toni più accesi, e però dal quale sono usciti tanti temi, ma nessuna certezza su una normativa sempre più necessaria.
“Non credo che ci si possa riuscire in questa legislatura”, ha commentato Valmaggia. “Ed è probabile che se ne occupi comunque l’assessorato al Turismo, se l’intenzione è quella di equiparare l’eliski agli impianti di risalita”.

Eppure una legge in materia era stata proposta già nel 1985, senza arrivare in porto, e poi nel 1992, ha ricordato lo stesso Valmaggia. E lo scorso 2 aprile il Movimento 5 Stelle ha proposto con una mozione una “Nuova disciplina per l’attività di volo a motore ai fini della tutela ambientale”, che però si limita a prevedere un divieto generalizzato sull’intero territorio regionale.
Un obiettivo che sembra difficile da raggiungere. Più facile pensare a una regolamentazione che riduca i trasporti in elicottero su alcune cime — come accade in Valle d’Aosta — e in determinati giorni della settimana. Non sono tuttavia mancati i fautori della linea dura, dall’ex presidente del CAI Annibale Salsa al direttore di Cipra Italia Francesco Pastorelli a Matteo Guadagnini, promotore della raccolta di firme dello scorso inverno.
Salsa, che è membro del comitato scientifico di Unesco Dolomiti, ha ricordato come la pratica selvaggia dell’eliski in Veneto rischi di spingere l’organismo internazionale all’apertura di una procedura d’infrazione. Sul banco degli “accusati”, si sono difesi abbastanza agevolmente sia il presidente delle guide piemontesi, Giulio Beuchod, sia Denis Boudoin di Pure Ski, l’agenzia di elicotteri coinvolta nell’incidente in val Thuras — ma lui è anche pastore in val Varaita, nei mesi estivi — che ha ricordato come siano loro stessi a essersi dati codici di comportamento rigorosi per tutelare i clienti, gli altri fruitori della montagna e i piloti. I soli a non essersi ancora interessati al problema rimangono dunque gli amministratori regionali.
Con il rischio che ancora una volta a intervenire per prima sia la magistratura (Guariniello intanto già ha aperto un’indagine).
Leonardo Bizzaro
La Repubblica – Torino
3 giugno 2015
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