Tolto il divieto allo Zucco Angelone, storica falesia della Valsassina
Storica falesia lecchese, lo Zucco Angelone è stata una delle prime nella zona ad essere esplorata. Scariche di sassi avevano fatto scattare il 9 maggio 2015 un’ordinanza di divieto arrampicata, ma ora il problema è risolto e si torna ad arrampicare come annuncia nel suo prezioso bollettino la Casa delle guide della Valsassina (www.casadelleguide.it). Il primo a esserne soddisfatto è probabilmente don Agostino Butturini che vi compì le prime esplorazione con i suoi Condor. Su queste rocce si mossero agli albori del Sassismo anche Guerini, Savonitto, Gogna e altri illustri climber. Di qui è passata la storia dell’arrampicata degli ultimi trent’anni. Oggi tutti gli itinerari storici sono stati richiodati a resinati dalla Casa delle Guide. La via Condorpass che porta la firma di don Agostino sfrutta le linee più logiche dell’intero sperone (il quarto per la precisione) regalando un’arrampicata tra diedri, fessure e camini. Le soste sono tutte su due fittoni alcune delle quali attrezzate con anello per la calata.

Don Agostino Butturini, sacerdote responsabile della scuola media del Collegio Alessandro Volta di Lecco dagli anni Settanta fino, è pure parroco di Morterone, il comune più piccolo d’Italia situato sul versante settentrionale del Resegone, a 1000 metri di quota. Ha praticato l’arrampicata su roccia con pregevoli risultati (Via Steger al Catinaccio, Spigolo Vinci al Cengalo, Via Cassin alla parete Nord della Cima Ovest di Lavaredo, sempre da capo-cordata), con una prestigiosa parentesi alpinistica sul Cervino. Lo stile raffinato in parete e la grande passione per le cose nuove lo portano ad aprire numerosissime vie, perlopiù in compagnia di ragazzini in età da scuola media, sulle strutture di fondovalle nel Lecchese e in Val Masino. Ovviamente l’aspetto più importante della sua figura è quella di educatore, ma quello che la rende del tutto particolare è l’utilizzo della montagna e dell’arrampicata come punto di contatto con i giovani e come strumento di formazione.
Nel 1975 fonda il Gruppo Condor. Contemporaneamente alle ripetizioni degli itinerari classici in Grignetta e in Medale, don Agostino individua un terreno di gioco del tutto inedito, dove trasmettere ai suoi ragazzi il gusto per la ricerca. A pochi chilometri da Lecco, in Valsassina, un complesso di piccole strutture rocciose ai lati della strada provinciale diventa quindi una vera e propria palestra “personalizzata”, dove i giovani Condor si esercitano con le manovre di corda.
Dieci buoni consigli delle Guide alpine italiane per chi arrampica in falesia
L’arrampicata sportiva raccoglie negli ultimi anni un numero crescente di appassionati. In outdoor si pratica nelle palestre di roccia, nelle falesie, che sorgono anche a quote basse e spesso con facile accesso, per questo molto frequentate. Qual è l’atteggiamento più corretto da tenersi per prestare la giusta attenzione all’ambiente ai fini della sicurezza e del rispetto di chi scala affianco a noi? Il Collegio nazionale delle Guide alpine italiane ha pensato 10 buoni consigli per gli arrampicatori: una selezione non esaustiva ma da cui si può cominciare.
• L’arrampicata è una attività di grande valore in quanto combina e intreccia aspetti fisici, mentali, emotivi e intuitivi. Inoltre permette di valorizzare il rapporto con l’ambiente naturale. Godetevela! • Abbiate un comportamento il meno invasivo possibile, non inquinate con oggetti, carta igienica o altro, no toilet indiscriminata, rispettate la vegetazione, le rocce, limitate l’uso indiscriminato della magnesite anche per marcare gli appigli • Limitate l’inquinamento acustico ed evitate gli atteggiamenti volgari e poco sportivi • Evitate di occupare gli itinerari per lungo tempo anche quando non state arrampicando • Se sostate alla base della falesia siate coscienti che dall’alto possono sempre cadere pietre o oggetti che costituiscono un grave pericolo (attenzione particolare alle giornate di vento o dopo piogge intense) • Abbiate sempre un atteggiamento di massima attenzione e presenza nelle azioni che fate e mettete sempre in atto una supervisione incrociata tra compagni di arrampicata • Imparate i principi della catena della sicurezza e le tecniche di assicurazione e applicatele in maniera corretta. Prestate particolare attenzione alle azioni che si svolgono in prossimità del suolo, verificate la lunghezza della corda, fate il nodo in fondo alla corda • Leggete le caratteristiche tecniche del materiale che avete in dotazione, imparate la modalità di utilizzo del materiale così come descritta nel libretto di istruzioni del singolo dispositivo • Verificate che gli ancoraggi in loco siano in buono stato e in particolare controllate lo stato di usura della sosta che molto spesso costituisce l’unico punto di collegamento dell’arrampicatore • Chi assicura è parte integrante e attiva dell’azione dell’arrampicatore sia dal punto di vista del comportamento che da quello psicologico
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