Ninì, la ragazza milanese che ha stregato il festival di Trento

Fu tra le primissime milanesi a circolare con una Balilla praticando con gli amici un approssimativo sci d’acqua lungo l’alzaia del Naviglio Grande. Lei guidava, gli amici dietro a fluttuare nel canale legati a una corda… Dedita ai vabondaggi, negli anni Trenta Ortensia “Ninì” Pietrasanta si autobattezzò “Pellegrina delle Alpi”, titolo del suo libro del 1934 ripubblicato nel 2011 in versione anastatica dal Cai. Fu soprattutto una delle prime donne alpiniste in Italia. Alla sua love story con il torinese Gabriele Boccalatte, altra leggenda dell’alpinismo, è dedicato ora “Ninì”, il film che Gigi Giustiniani ha realizzato con Raffaele Rezzonico e che ha vinto al TrentoFilmfestival la Genziana d’oro destinata dal Cai al miglior film di alpinismo.

Era una ragazza come tante Ninì, che non volle competere, ma solo essere se stessa. O almeno, questo sostenne. L’incanto alpino in cui si crogiolava con le sue scalate andò però in pezzi con la morte nel 1938 del marito Gabriele, compagno di scalate, un musicista torinese che scrisse pagine di grande alpinismo. Fu a quel punto che Ninì volse le spalle alla montagna per dedicarsi al suo bambino, Lorenzo. Che diventerà grande senza mai avere conosciuto il padre e, soprattutto, senza essere messo a parte della straordinaria (e sicuramente contagiosa) passione che legava i suoi genitori all’alpinismo.

La gestazione del film di Giustiniani parte da lontano e, in particolare, da una sede del Cai, come ha ricordato a Trento il presidente del festival Roberto De Martin. Si può dire che sia stata una cordata lunga e accidentata anche se gloriosa. Una storia che conferma quanta tenacia e spirito di sacrificio siano necessari per realizzare degnamente un progetto cinematografico legato all’alpinismo.

Gruppo di famiglia
Con Gabriele e il piccolo Lorenzo (arch. Boccalatte). In alto sopra il titolo la Pietrasanta (1909-2000) in un dipinto di Evangelina Alciati (particolare)

Fu una sera alla Società Escursionisti Milanesi che, presenti lo stesso De Martin e Lorenzo, figlio di Ninì e Gabriele, fu proiettato, in vista del progetto cinematografico, uno slide show contenente molte immagini dell’archivio Boccalatte. Alla proiezione sarebbe seguito, nelle intenzioni dell’aspirante produttore, il primo giro di manovella. Ma occorre aggiungere che in precedenza lo stesso Lorenzo Boccalatte aveva presentato a un convegno del Club Alpino Accademico Italiano un simpatico dvd con spezzoni d’epoca dove alle schermaglie amorose tra mamma Ninì e papà Gabriele assisteva, fintamente imbarazzato, il “fortissimo” Giusto Gervasutti.

Superati i primi step, e in particolare alla luce dell’interesse suscitato in quella serata che la presidentessa della SEM Laura Posani volle dedicare alle alpiniste, la scelta per la regia cadde su Giustiniani di cui erano note le virtù soprattutto nella difficile arte del montaggio. Si capì subito però che il recupero e la digitalizzazione del tanto materiale messo a disposizione da Lorenzo Boccalatte avrebbe comportato costi elevati e tempi prolungati, e Giustiniani preferì legittimamente seguire la strada che lo ha poi condotto alla “Genziana d’oro”, al premio “Città di Imola” e ad altri auspicabili successi: la strada, cioè, che lo ha portato ad affidarsi alla collaudata casa di produzione valdostana “La Fournaise”.

A conti fatti, oggi non si può che concordare con il giudizio espresso a Trento dalla giuria per un’opera il cui fascino nasce dalle vecchie immagini, talvolta sbiadite, dell’album di Ninì sulle quali si sovrappongono i racconti delle sue scalate con Gabriele. “Questo straordinario recupero di un’epoca dell’alpinismo da tempo conclusa”, è spiegato nella motivazione, “presenta un’eroina dell’alpinismo in un periodo in cui quasi non esistevano donne alpiniste”.

Paolo Borciani e Gigi Giustiniani copia
Il regista Gigi Giustiniani riceve a Trento le congratulazioni di Paolo Borciani, vice presidente generale del Cai (ph. Serafin/MountCity).

Ciò che appare singolare è che proprio di questi tempi un altro film sia stato dedicato alle vicende di casa Boccalatte aggiudicandosi un importante riconoscimento al Video Festival Città di Imperia, in gara 721 opere provenienti da 65 nazioni. Si tratta del film “Libertà allo specchio” che racconta la storia di Evangelina Alciati mamma di Gabriele Boccalatte nonché suocera di Ninì e nonna di Lorenzo. Fu in effetti un personaggio di spicco anche Evangelina, pittrice dalla forte personalità, idealista, libera e coraggiosa, capace di andare controcorrente nella Torino del primo Novecento. Il primo premio per la miglior regia è stato assegnato a Imperia a Vanni Vallino e analogo riconoscimento per la migliore attrice ha insignito Pamela Villoresi. Sullo sfondo ancora una volta appare l’intrepida Ninì, il cui dipinto eseguito dalla suocera Evangelina è custodito oggi da Lorenzo. Che davanti a notizie tanto liete esulta, insieme con la figlia Daniela e la moglie Anna, per questa improvvisa e non prevista anche se meritatissima notorietà.

www.trentofestival.it 

www.lafournaise.it

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