Le scalate “over 80” di Bonington, “fratello maggiore” di Messner
Più vecchio di dieci anni, Chris Bonington, nato a Hampstead il 6 agosto del 1934, può essere definito il Messner d’Oltre Manica. Laggiù è baronetto di Sua Maestà, insignito con il titolo di cancelliere dalla Lancaster University. Da qualche giorno è insignito anche, a Courmayeur e Chamonix, con il prestigioso Piolet d’or entrando nell’albo d’oro dopo Walter Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot, Kurt Diemberger e John Roskelley. “Le sue imprese”, si legge nella motivazione del Piolet d’Or alla carriera, “hanno segnato la storia dell’alpinismo, sulle Alpi come in Himalaya”. Sposato e con due figli, Bonington ha scritto 15 libri ed è di frequente ospite di numerose trasmissioni televisive. Diciannove sono le sue spedizioni in Himalaya di cui quattro all’Everest, la prima alla Sud dell’Annapurna e una alla Ovest del K2. A ciò si aggiungano il Pilone centrale del Freney, la Torre centrale del Paine, il Changabang, l’Ogre. Il curriculum di Sir Bonington è lunghissimo, pieno di salite importanti, prime assolute, grandi imprese. Troppe per elencarle tutte.

Con Messner, che può legittimamente considerarlo un suo fratello maggiore così come in un libro scritto a quattro mani con Sandro Filippini ha considerato Bonatti “il fratello che non sapeva di avere”, ha in comune la straordinaria capacità di raccontarsi in libri e film o, come si dice, di mediatizzarsi. In comune con Messner ha anche un fisico invidiabile (lo si vede in Internet in una foto recente mentre si infila le scarpette da arrampicata sotto lo sguardo paziente del suo cane…), un buon carattere, uno stile particolare e, in anni meno recenti, la passione per lo yeti al quale ha dato la caccia al pari di Reinhold senza riuscire, nemmeno lui, a chiarire se si tratta di un personaggio mitico ovvero di un plantigrado che vaga per le montagne dell’Himalaya.
Per il resto, va detto che di Messner ce n’è uno e di questo noi italiani non possiamo che essere orgogliosi. E’ stato il primo alpinista a salire in vetta all’Everest senza ossigeno e il primo a raggiungere la vetta di tutti i 14 ottomila, l’ultimo dei quali nel 1986. Come politico si è battuto per la conservazione dell’ambiente e della cultura montani. La rivista Time lo ha considerato tra i pochi uomini del nostro tempo degni di essere definiti immortali. E poi va messa sul conto, nei confronti dei suoi presunti fratelli, la scalata forse più straordinaria di Reinhold: l’aver dato vita a tanti magnifici musei in cui esalta l’incontro tra l’uomo e la montagna.
Le spedizioni selezionate per i Piolets d’Or 2015
Tre video delle salite selezionate per il Piolets d’Or 2015 sono stati realizzati per la serata di premiazione a Courmayeur. Concept e editing sono di Vinicio Stefanello (Planetmountain.com) e Francesco Mansutti (Studio Due) per il Comune di Courmayeur e il Centro Servizi Courmayeur srl. I video sono i seguenti: Fitz Roy Traverse, Patagonia, Argentina (Tommy Caldwell e Alex Honnold,nella foto): https://vimeo.com/123636430 Thamserku, Khumbu, Nepal (Alexander Gukov e Alexey Lonchinsky): https://vimeo.com/123636552 Hagshu, Kisthwar, India (Aleš Česen, Luka Lindič e Marko Prezelj): https://vimeo.com/123636495