Nelle miniere della Valle Aurina, alla ricerca dell’aria perduta

Ha fatto una certa sensazione nella home page di “Internazionale” l’immagine dei ragazzi che giocano a basket in una clinica di speleoterapia dentro una miniera di sale in Bielorussia, vicino alla città di Soligorsk, a sud di Minsk. Secondo l’ospedale, che si trova a 420 metri sottoterra tra strati di potassio e sale, più di 7mila bambini e adulti nel paese vengono curati ogni anno per problemi respiratori. Le attività sportive nei reparti della clinica fanno parte della terapia. Niente di nuovo al riparo dal sole, verrebbe da dire. La diffusione delle malattie respiratorie di origine allergica riporta agli onori della cronaca la pratica dei soggiorni terapeutici dove l’aria è più pura e sottile. Escluso che si tratti di ridare vita ai sanatori, istituzioni da tempo archiviate tra le pagine di romanzi come “La montagna incantata” di Thomas Mann, quali prospettive offrono i soggiorni in montagna per i malati di asma? L’iniziativa in apparenza più originale e consolidata riguarda sulle Alpi la Valle Aurina (BZ) dove è da tempo in funzione una galleria climatica definita il primo centro italiano di speleoterapia.
Temperatura costante 9 gradi, tasso di umidità relativa al 95%, umidità assoluta bassissima e assenza totale di polveri e pollini creano in queste grotte le condizioni per alleviare i problemi respiratori più diffusi legati ad allergie e asma bronchiale. Il trattamento prevede due ora circa di permanenza al giorno, da ripetere per 2-3 settimane. La galleria climatica è situata a 1100 m all’interno della montagna ed è raggiungibile con un trenino da minatori. Si penetra nella montagna per circa 950 m, poi si prosegue a piedi accompagnati da un’infermiera. Una volta giunti nella caverna si eseguono esercizi di respirazione e rilassamento.
In effetti la speleoterapia non è una scoperta recente e sulla sua efficacia il mondo della scienza ha potuto farsi un’idea tutt’altro che approssimativa. “La terapia, termine che metterei tra virgolette, è da tempo praticata nell’ex Unione Sovietica”, osserva la dottoressa Annalisa Cogo, pneumologa, che è stata alla guida della Commissione medica del Cai. “I pazienti stanno bene là sotto per la semplice ragione che l’aria presenta una tipologia ideale. Il problema é che non c’é alcun dato convincente sul follow-up, cioè l’osservazione nel tempo degli effetti di tale terapia, e non è possibile certo passare la vita in miniera!”.
“Si sa che il soggiorno prolungato a quote medio-alte (in media 2000 m), dove l’ambiente è libero da allergeni (le sostanze che scatenano le crisi asmatiche nei soggetti allergici) e dove c’è minor inquinamento da gas e polveri”, spiega a sua volta la dottoressa Oriana Pecchio, esperta di medicina di montagna, “è indicato per i bambini asmatici allergici agli acari della polvere di casa. In quota la loro reattività bronchiale diminuisce e i loro sintomi migliorano. E’ tuttavia provato che, quando tornano a casa, questi ragazzini hanno purtroppo delle ricadute”.
Per info: Consorzio Turistico Area Vacanze Valli di Tures e Aurina Tel. 0474 652081 www.tures-aurina.com/offerte Centro Climatico di Predoi – Tel. 0474 652081 www.io-respiro.it