Women for Women, nuova missione umanitaria. Un trekking in Nepal per aiutare le donne sopravvissute alle guerre
Ragazze sicuramente stra-ordinarie sono le dieci donne che dal 15 al 27 novembre hanno partecipato in Nepal al trekking organizzato da “Women for Women” con un obiettivo importante: far parlare di sé per far conoscere la loro associazione. WfW si batte per aiutare donne di tutto il mondo sopravvissute a guerre, violenza stupri. Alla missione delle donne in Nepal ha partecipato l’italiana Vittoria Zipoli Caiani che vive a Singapore ed è madre di tre figli nonché fondatrice di una società che si occupa di coaching interculturale.
Che cos’è, in sintesi, Women for Women? “Un’associazione fondata tre anni fa da Valerie Boffy, Christine Amour-Levar e Karine Moge”, spiega Vittoria, “per incoraggiare la nascita dello straordinario da donne ‘ordinarie’. Donne d’azione che hanno in comune la passione per la montagna e per le cause umanitarie. La prima spedizione è stata al campo base dell’Everest, la seconda sulle montagne del Wadi Rum in Giordania e ora nella Valle della felicità, in Nepal, un luogo sacro ai buddisti aperto ai turisti sette anni fa”.
Le aderenti a Woman for Women si autofinanziano e contribuiscono a raccogliere fondi per le iniziative che promuovono. A questo scopo, Vittoria ha aperto un sito per il Fund raising. “Women for Women” continua a organizzare trekking sulle più belle montagne del mondo per raccogliere soldi a scopo umanitario come si può vedere nel sito dell’organizzazione https://www.justgiving.com/wfwuk
I risultati di queste missioni sono confortanti. Con i primi due trekking, nel 2012 al Campo base dell’Everest e nel 2013 sulle montagne del Wadi Rum in Giordania, è stata raggiunta la cifra di 250.000 $, destinata a donne vittime di violenza, mentre per l’ultimo trekking la scelta è andata come si è detto alla Valle della Felicità in Nepal con lo scopo di raccogliere 70.000 dollari per aiutare le donne sopravvissute a una delle tante guerre in corso nel mondo non soltanto arabo.
Purtroppo, non c’è che l’imbarazzo della scelta nella destinazione dei fondi.