A Pragelato sci e ciaspole… al naturale

A Pragelato (To), nella zona dove nel 2006 i Giochi invernali hanno lasciato uno strascico di strutture inutilizzate, è nata la prima stazione sciistica in mobilità dolce, nel più puro stile Alpine Pearls, il consorzio di località sciistiche che promuovono la montagna ecologica. Si chiama “Pragelato Natural Terrain”, un’idea al passo con i tempi e con la crisi, come informa un comunicato, un modo per sviluppare nuove forme di fruizione della montagna, un progetto di ricupero degli impianti chiusi da tre anni a causa degli eccessivi costi di gestione.

L’idea è semplice: la seggiovia e lo skilift sono aperti, ma le piste non vengono battute per la gioia di tutti gli amanti di freeride e neve fresca. D’altronde la moda del fuoripista sta contagiando un numero sempre crescente di sciatori che attraversano le Alpi alla ricerca delle stazioni più adatte e della neve più polverosa. Ma ci sono anche altre pratiche della montagna, scialpinismo e ciaspole, che raccolgono ogni anno nuovi adepti e che a Pragelato si possono praticare su un terreno adatto ai principianti e ai più esperti.

Senza dimenticare lo sci nordico che a Pragelato vanta una nobile tradizione arricchita dalle Olimpiadi di Torino 2006: tutti ancora ricordano l’oro vinto da Giorgio Di Centa. Insomma, un’intera stazione invernale dedicata a chi ama il rapporto con l’ambiente naturale incontaminato e, perché no?, a fare un po’ di fatica per divertirsi di più. Senza inquinare l’aria della montagna grazie all’assenza dei mezzi battipista.

Fondatore di Pragelato Natural Terrain
è Carlalberto “Cala” Cimenti, un forte alpinista pragelatese che ha deciso di mettere la sua passione per la montagna allo stato puro a disposizione di chi ama le terre alte come lui. Dopo gli ottomila del Cho Oyu e Manaslu, nel 2013 ha scalato e sceso in sci le vette oltre i 7000 m di Khan Tengri, Korjenevsky e Lenin. Nell’estate del 2014 è toccato al Pobeda e, se tutto andrà bene, nel 2015 scalerà il Pic Communism diventando il primo alpinista italiano ad aggiudicarsi lo Snow Leopard, riconoscimento per gli alpinisti che hanno scalato tutti i 7000 metri dell’ex Unione Sovietica.

Come è venuta questa idea?

“Ci pensavo intensamente da tre anni, da quando gli impianti erano stati chiusi e le vecchie piste erano diventate il mio terreno preferito di allenamento per lo scialpinismo e di divertimento per il freeride. Volevo condividere questo territorio straordinario con tutti gli appassionati di montagna a 360° come me”.

Pragelato con bimbiCome ha realizzato questo sogno? 


”L’associazione sportiva di cui sono membro, la Pragefondo Asd, gestiva già la pista da fondo. Da lì a rilevare gli impianti sciistici il passo è stato breve. In questo modo abbiamo creato un vero e proprio distretto per la fruizione della montagna dolce e sostenibile. Pragelato è a due passi da Sestriere e dalle valli Olimpiche, ma offre una proposta completamente differente per chi ama un rapporto più intimo e intenso con la montagna”.

Che tipo di servizi vengono offerti?

“Abbiamo una seggiovia e uno skilift per salire in quota e scendere in neve fresca. Ma sono a disposizione anche di ciaspolatori e scialpinisti che dall’arrivo degli impianti possono proseguire verso la cima del Morefreddo a 2769 metri. Inoltre, nella parte bassa del comprensorio, abbiamo tracciato percorsi per scialpinismo e ciaspole, con tanto di segnaletica, oltre a un inedito sentiero per un’attività inedita: lo sleddog che consiste in una slitta trainata dai cani. Ovviamente tutti i frequentatori si avventurano a proprio rischio e pericolo, ma siamo anche in grado di segnalare le aree sicure da quelle più pericolose. Infine, non bisogna dimenticare la pista da fondo che si inoltra nel parco della Val Troncea”.

In questo clima di crisi perché vi siete lanciati in questo nuovo progetto imprenditoriale?

“Pragelato Natural Terrain rappresenta esattamente un modo per combattere la crisi. Sia per i fruitori che potranno acquistare lo skipass a 15 euro nei giorni festivi e a 13 nei giorni feriali. Sia per noi gestori e per l’ambiente grazie al risparmio sul gasolio consumato dai mezzi battipista”.

Contatti:
Management Alpine Pearls – Karmen Mentil – Weng 42, A-5453 Werfenweng
Mail: giovanni@alpine-pearls.com – Tel: +43 660 3199366

VillandroAll’Alpe Villandro, invece, l’immersione nella natura si annuncia totale

Sconfinate distese di neve, con le Dolomiti sullo sfondo a est. Non un impianto di risalita in vista, mezzi motorizzati men che meno: solo sentieri battuti che toccano una serie di baite. Una dimensione assolutamente rugorosa rispetto alla comune concezione della montagna invernale è quella proposta dal Consorzio Turistico Valle Isarco. Siamo sull’Alpe di Villandro, l’altopiano in altitudine più grande d’Europa dopo l’Alpe di Siusi, tra i 1.740 e i 2.509 metri, in Valle Isarco, sopra la cittadina medievale di Chiusa.

Un mondo da scoprire con gli sci da fondo o a piedi (50 km di tracciati) a metà fra il romantico e l’avventuroso. E cioè con la possibilità di ‘bivaccare’ in alta montagna, in tenda, come veri esploratori, immersi nella natura, fuori dal mondo e lontano da tutto. Dal 5 al 25 gennaio si può infatti partecipare al Jack Wolfskin Biwak Camp. In questa circostanza le guide alpine propongono un intenso programma di escursioni guidate con le racchette da neve. Si può pernottare in tenda in alta quota (o, per chi è meno avventuroso, nel rifugio Stöfflhütte, che funge anche da punto ristoro). Ai felici ‘sopravvissuti’ al camp, assistito 24 ore su 24, verrà attribuito un ‘diploma di pernottamento’ al Biwak Camp. All’indomani, di prima mattina partenza per un’altra ciaspolata sull’alpe; durante l’avventura, le guide terranno piccoli corsi speciali sulla sicurezza, sulla tecnica e verranno fatti testare materiali ultimo modello. Informazioni e prenotazioni: www.chiusa.info

L’Alpe di Villandro è un paradiso naturale per le attività alternative. Ci sono 50 km per lo sci di fondo con la possibilità di collegarsi al Renon tramite un impegnativo tracciato panoramico. Accanto alle piste da fondo, sull’altipiano ci sono anche percorsi attrezzati per camminate invernali. Quasi 100 baite e fienili, e alcuni rifugi aperti, sono sparsi sui bianchi alpeggi. Base di partenza è la baita Gasser Hütte (8 km da Villandro). Il rifugio (1744 m) è anche punto di partenza per le escursioni di sci-alpinismo verso i Monti Sarentini, e qui arriva dalla sovrastante baita Mair in Plun anche una pista da slittino (aperta anche nelle notti di luna piena o con illuminazione artificiale).

Tra le passeggiate invernali più interessanti, da segnalare l’escursione di circa 4 ore che dall’Alpe di Villandro al Corno del Renon, 15 km e un dislivello di 520 m. Si ritorna, dopo aver toccato la quota massima di 2260 m, per la stessa via dell’andata.

Info: Consorzio turistico Valle Isarco tel. 0472 802 232 – fax 0472 801 315 www.valleisarco.cominfo@valleisarco.com

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