L’11 dicembre gli italiani si scoprono innamorati della montagna

Ve ne eravate accorti? Giovedì 11 dicembre 2014 si è celebrata la Giornata internazionale delle montagne. Tra gli addetti ai lavori è circolato il file del manifesto con l’immagine di una famiglia di agricoltori, con in bella evidenza il marchio dell’Anno internazionale delle montagne (qualcuno ne conserva memoria?), con il logo della FAO e l’hastag #welovemountain. Il tema, di grande attualità, riguardava “come nutrire il pianeta”. Non siamo forse in vista dell’Expo che di questo si occuperà nel 2015 a Milano?

Invano se ne è cercata traccia nei quotidiani e nelle loro versioni on line. Silenzio assoluto anche negli organi d’informazione della massima associazione alpinistica italiana, forse in tutt’altre faccende affaccendati come celiava Giuseppe Giusti a proposito dell’Eccellenza filo-austriaca a cui stava in cagnesco nella sua poesia “Sant’Ambrogio”.

Ma mai dire mai. La Giornata internazionale delle montagne trova un’eco nel documentatissimo sito Montagna.Tv che in un articolo delinea però uno scenario fittizio. “In occasione della Giornata internazionale della montagna”, annota la redazione, “gli italiani si riscoprono innamorati dei monti, tanto da riconoscere in loro un effetto benefico sul benessere famigliare”. Ma davvero gli italiani aspettano l’11 dicembre per scoprirsi innamorati della montagna? Questa favola metropolitana non convince. Scopriamo allora, continuando a leggere, che tale scenario emerge “da uno studio di Levissima effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) – in occasione del lancio del docu-game ‘La Scalata’”. La Giornata è dunque un pretesto, il resto è promozione (niente di male) della ben nota acqua minerale.

Non c’è da stupirsi che la montagna non faccia più notizia. Basta sfogliare on line l’ultimo numero della rivista “Dislivelli”, organo dell’omonima associazione, tutto dedicato alla recente Conferenza delle Alpi svoltasi in novembre a Torino e definita dai portavoce della Regione “una grande opportunità per il Piemonte e per il futuro della montagna”. La rivista precisa a malincuore che gli elementi “comunicabili” sono stati in questa circostanza “piuttosto deboli”. Un eufemismo per dire che a Torino in quei giorni non si è detto niente d’interessante visto che nemmeno il ministro dell’Ambiente si è sentito coinvolto e se n’è ben guardato dal seguire i lavori. D’altra parte i protocolli della Convenzione delle Alpi sottoscritti dai paesi dell’UE continuano a restare inapplicati e sconosciuti al pubblico, come scrive Simone Bobbio sempre in “Dislivelli”.

Che cos’altro aggiungere? Forse andrebbe ricordato che dieci anni fa la Giornata delle montagne alla sua terza edizione ricevette ben altre attenzioni. Venne celebrata in 80 Paesi di tutto il mondo, con festeggiamenti e momenti di incontro, ma anche di riflessione sul tema della ricorrenza che riguardava il “Turismo sostenibile per ridurre la povertà in montagna”. In Italia le celebrazioni convolsero tre importanti città, in un abbraccio ideale che unì Alpi e Appennini fino alla Sicilia. E a Torino, nella mattinata di domenica 11 dicembre 2005, s’inaugurò il rinnovato Museo Nazionale della Montagna.

Altri tempi, altri vertici nelle associazioni alpinistiche. E, probabilmente, altri contenuti per questa fantomatica e ormai da rottamare Giornata della montagna.

Ser

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