Luoghi del cuore: il Lago Azzurro che rischia di sparire
Bellissimi ma a rischio di degrado. Nel libro fotografico “I luoghi del Cuore”, a cura di Federica Ammiraglio, edito da Rizzoli, 319 pagine, sono passati in rassegna 139 incantevoli beni segnalati al Fondo Ambiente Italiano (Fai) per chiederne il recupero. Tra questi figura il Lago Azzurro in Lombardia sul cui stato di salute giungono notizie inquietanti. Quando è stato votato nel corso del censimento (era il 2007) risultava ridotto, per cause naturali (?), a una pozzanghera. Su queste sponde, non lontano da Campodolcino, Carducci cantò le solitudini del paesaggio montuoso rotte dal materializzarsi di creature sovrannaturali, ninfe, fate. Qui ogni anno centinaia di turisti vengono ad assaporare il riflesso sulle acque delle montagne e il richiamo delle marmotte.
Naturalmente le montagne della Lombardia ospitano diversi altri luoghi del cuore, anche se non risultano dal sondaggio del Fai e sarebbe qui lungo e dispersivo elencarli (qualcuno dei lettori di MountCity è disposto a farlo?).
Il libro comunque vale la pena di leggerlo. E’ stato definito (Antonio Cianciullo il 19 novembre su La Repubblica) “un amarcord nazionale, un viaggio collettivo nel passato tra le radici di una bellezza un po’ ammaccata e nascosta, eppure non scomparsa”. “I luoghi del cuore”, osserva a sua volta Andrea Carandini sul Sole 24 Ore del 23 novembre, “meritano di essere considerati la maggiore mobilitazione del sentimento popolare per la tutela e la promozione dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale dell’Italia”.

Peccato che, a quanto si apprende, nessuno dei piani paesaggistici regionali sia stato ancora approvato. E che ingiustamente sottovalutata sia l’azione educativa e promozionale svolta da associazioni che si propongono come paladine dell’ambiente montano. Con la campagna dei Luoghi del Cuore, Fai e Intesa San Paolo intendono ora puntare su una mobilitazione di massa per la tutela dei monumenti della natura e della cultura. Auguri di cuore, è il caso di dire.
Il presupposto di questa campagna è che la passione per la natura (e per la montagna) sia stata generata, il più delle volte, dalla fascinazione esercitata da luoghi struggenti. “Molti di noi”, osserva l’antropologo Annibale Salsa che del Club Alpino Italiano è stato un presidente colto e illuminato, “soprattutto in tenera età, sono stati ‘stregati’ nella mente e nel cuore da piccoli scampoli di natura (un bosco, una cascata, un laghetto, un prato-pascolo, una forra) la cui forza di seduzione non può essere spiegata con le categorie classificatorie della scienza e della ragione. Angoli di natura diventano intraducibili nelle forme del linguaggio ordinario, manufatti costruiti da uomini in continuo rapporto dialogico con le forze naturali sembrano costituire una cosa sola con l’ambiente”.
Particolare importante. Nel redigere il rapporto su “I Luoghi del Cuore. Dieci anni di censimento nazionale”, il Fai si è avvalso della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia alla quale è stato affidato un compito iportante: analizzare i dati dal punto di vista geografico, della percezione sociale, della capacità economica dei territori e della valenza turistica.