Bonatti per sempre. L’omaggio di un pizzaiolo veneziano all’alpinista tanto amato

Bonatti con mozzarella def
La pizza “Walter Bonatti” nel menu di un ristorante (Ph. Serafin)

Bonatti cop. libro Serafin copiaScorrendo il menu della osteria “al Duomo” a Murano, l’isola delle vetrerie artistiche nella Laguna Veneta a una fermata di vaporetto dalle Fondamente Nuove, c’è da restare sorpresi. Ai clienti viene offerta la pizza “Walter Bonatti”: proprio così, con il nome di uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi. Prezzo: 10 euro.

Il nome della specialità è scritto di suo pugno dal titolare, appassionato di alpinismo come ce ne sono tanti a Venezia dove la sezione del Cai vanta 1244 iscritti. E ovviamente strenuo ammiratore di Bonatti che probabilmente, se fosse vivo, da quella persona di spirito che era, avrebbe gradito il fragrante omaggio così come aveva approvato a suo tempo la nascita in Val Ferret di un accogliente rifugio che porta il suo nome “a un tiro di polenta concia” dalla strada che percorre la pittoresca vallata.

E’ possibile anzi probabile che la scelta del pizzaiolo non sia stata solo sentimentale. Il nome di Bonatti è noto in tutto il mondo, limpido e cristallino come le sue montagne. Un nome che sicuramente fa da richiamo, anche se non si capisce che cosa c’entri con pomodoro e mozzarella. Ma è quasi come se fosse un garante, Bonatti, per il turista straniero, specie se proveniente dalla catena alpina, che a Venezia ha mille motivi per stare in guardia.

Una manovra commerciale che può essere considerata lesiva della sua immagine? In Bonatti c’è questo di particolare: che l’uomo e il mito si fondono, sono un tutt’uno come risulta dal libro di Roberto Serafin “Walter Bonatti, l’uomo e il mito” (Priuli&Verlucca), due tirature, un premio Leggimontagna, traduzione in Francia.

Bonatti, scritta alla Capanna Monza
Il Bonatti pensiero alla Capanna Alpinisti Monzesi. Ph. Serafin

Proprio nelle pagine di “Walter Bonatti, l’uomo e il mito” si può leggere un episodio indicativo di come il nome di Bonatti sia entrato nella leggenda ben prima che un male inesorabile ne stroncasse l’esistenza nel 2011.

L’episodio viene riferito da Giacomo Stefani, presidente del Club Alpino Accademico Italiano. Dunque nel 1975, durante una spedizione in Karakorum, per passare il tempo Stefani si mise a compiere con i compagni alcune manovre sui massi sparpagliati sul ghiacciaio. Oggi si direbbe che faceva del bouldering.

“Vedendoci fare queste evoluzioni”, racconta Stefani, “uno dei nostri portatori più anziani, che era stato con la spedizione al K2 del 1954 e al G4 del 1958, ci portò a un masso quasi strapiombante e ci disse Bonatti here indicando un’improbabile fessura che sarebbe stata salita dal nostro mito. Provammo in tanti e alla fine Benvenuto Laritti, alpinista di grandissimo talento, riuscì in qualche modo e con grandi rischi a salire. Imperterrito il nostro portatore ci indica allora un altro masso, ben più alto e difficile, dicendo ancora Bonatti here. Credo che il masso sia ancora là da salire, ma capimmo la lezione. Per la gente del luogo Bonatti era diventato una leggenda”.

La pizza di Murano lascia intendere la perenne attualità di quel Bonatti here. E’ bello pensare che anche sui tavoli di una pizzeria Walter ci venga incontro con l’amabilità che si accompagnava a quel suo certo modo di essere.

Ser

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