K2 sessant’anni dopo: entusiasmo in vetta per italiani e pakistani. E lungo la salita grandi pulizie!

“Da lassù pensavamo di vedere Skardu”… Michele Cucchi guida italiana e Hassan Jan guida di Husehy, si sono abbracciati a 8611 metri sulla vetta del K2, la montagna più difficile del mondo. Sulla cima anche altri cinque pakistani del team. Hanno raggiunto la vetta del K2 in 7: oltre a Cucchi e Hassan Jan, Muhammad Sadiq, Ghulam Mehdi, Ali Durani, Ali, Rehmat Ullah Baig. Partiti da campo 4 i primi alle 20 gli altri a mezzanotte, i due gruppi sono arrivati in vetta il 25 luglio alle 14.33 e alle 16.54, tutti senza fare uso di ossigeno.
Alla radio un coro a pieni polmoni di gioia. Uno sguardo all’orizzonte e poi discesa in due gruppi separati. Italiani e Pakistani insieme: è questo il cuore del progetto che ha visto gli alpinisti della spedizione K2 60 Years Later, la prima ufficiale pakistana, collaborare per raggiungere la cima del K2.
Una spedizione sognata da sei alpinisti di Hushey e dal presidente di EvK2CNR Agostino Da Polenza lo scorso anno: 60 anni dopo la conquista di Compagnoni e Lacedelli è stata l’Italia a sostenere con alpinisti e mezzi la prima spedizione pakistana. Un progetto reso possibile, a quanto si legge in un comunicato, grazie al supporto organizzativo e logistico di EvK2CNR, all’equipaggiamento tecnico di Moncler, e sostenuto dal Governo del Gilgit Baltistan e dalle Istituzioni Italiane.
Michele Cucchi guida di Alagna, Simone Origone guida e recordman mondiale di KL, Hassan Jan, Muhammad Sadiq, Ghulam Mehdi, Ali Durani, Ali, Muhammad Hassan, Rehmat Ullah Baig, Daniele Nardi per le immagini in alta quota, e al campo base Muhammad Taqi e Agostino Da Polenza, Maurizio Gallo sceso nei giorni scorsi: questi i nomi degli uomini che hanno reso possibile la salita in vetta.

EvK2CNR, impegnato da anni nella realizzazione e promozione del grande Parco del K2, il Central Karakorum National Park, oltre a supportare la spedizione alpinistica ha condotto due missioni scientifiche: l’installazione della stazione meteo climatica al campo base del K2 e la misurazione con Gps del profilo altimetrico dello sperone Abruzzi e della vetta.
Ha poi organizzato la campagna di pulizia Keep Karakorum Clean sui campi alti della montagna e sul Baltoro, quest’anno grazie anche al supporto di Moncler. Oggi, come nel 1954, Moncler ha fornito l’equipaggiamento tecnico alla spedizione che dopo 60 anni celebra l’anniversario della salita Italiana del K2.
“A 60 anni di distanza abbiamo imparato che ci sono molti modi importanti e molte possibili iniziative, alpinistiche, scientifiche, ambientali, come quelle che abbiamo realizzato, per essere protagonisti in questa terra con le sue montagne, che non smettono di attrarre noi italiani. Ancora in vetta dunque. Anche oggi resta una sfida estrema, sfida vinta che spero aiuterà a promuovere questo territorio e il suo Parco e gli alpinisti che lo abitano”, dichiara Da Polenza, che fu sul K2 nel 1983 e oggi è alla sua quinta spedizione sul K2. La spedizione era patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dell’Ambiente.
PS. In questi ultimi sessant’anni più volte la storica conquista italiana degli uomini di Ardito Desio ha interessato le cronache e non sempre (anzi, quasi mai) per nobili motivi. Ci sono voluti tre saggi per mettere fine nel cinquantennale a una “storia infinita” fatta di liti, querele, recriminazioni e scalate sulle vette della vanità. Il bello è che la storia non è ancora finita, come racconta Leonardo Bizzarro il 25 luglio nelle pagine del quotidiano La Repubblica. Dunque i “summiter” Compagnoni e Lacedelli non mentirono. Qualcuno ha scoperto tardivamente, analizzando le immagini del film “ufficiale”, che quei due rimasero davvero a corto di ossigeno. Ma la colpa, se si è ben capito, fu di una bombola difettosa, non certo delle oscure manovre di un compagno ventilate da Compagnoni che comunque all’epoca è stato querelato e, parce sepulto, ha perso la causa (R.S.)