C’è del nuovo nell’Eden dei sassisti. E Mario Sertori invita a scoprirlo

Specchio fedele di ciò che è stato fatto fino a oggi nelle alte Valli del Masino e del Disgrazia, dalle grandi vie classiche alle ultime creazioni in stile più sportivo, è in libreria a sette anni dalla prima edizione “Solo granito” (Versante Sud, 464 pagine, 33 euro), una bibbia dell’arrampicata in quei paradisi verticali. Riguarda le Valli del Masino e del Disgrazia, mentre l’anno prossimo è prevista la pubblicazione del secondo volume sulle valli Bregaglia, Codera e Ratti. Ne è autore Mario Sertori (m.sertori@alice.it), guida alpina di Sondrio (1962), alla cui penna è affidato anche un volume sulla Val di Mello, dello stesso editore, che sta per arrivare in libreria.

L’uscita di “Solo granito” è un evento editoriale importante per chi frequenta sportivamente queste meravigliose vallate delle Retiche. In questa seconda edizione è stata notevolmente ampliata la parte descrittiva, in particolare le notizie riguardanti gli accessi, le discese e le relazioni degli itinerari. Tutti i disegni sono stati rivisti e arricchito l’apparato fotografico con immagini panoramiche di ampio formato. Alla parte strettamente tecnica sono state affiancate storie e racconti di ascensioni narrate in prima persona dai protagonisti e inseriti i profili di alcuni scalatori che hanno contribuito all’evoluzione dell’arrampicata sulle montagne della regione.

Di questa coraggiosa scalata cartacea che tanto lo ha impegnato ci racconta qui Sertori che ha iniziato l’attività alpinistica nel 1982 ed è guida alpina dal 1991. Convinto sostenitore dell’alpinismo esplorativo, dal ‘82 ha compiuto – oltre alle normali ripetizioni di vie – numerose prime ascensioni su tutti i terreni. Intensa anche l’attività pubblicistica. Buona lettura!

 

SOLO GRANITO 1Quell’ineguagliabile mondo di pietra

Che cosa dovrebbe essere accaduto di così interessante in questi sette anni da invogliarci a mettere una nuova guida in libreria, proprio oggi che tutti veleggiamo pigramente sulle onde del web? Le informazioni sembrano più veloci della luce e anche quelle del mondo verticale non fanno eccezione. Eppure la vecchia pagina stampata, seppur boccheggiante per l’aria rarefatta che il mondo di internet le riserva, è ancora viva e mantiene inalterato il suo fascino discreto.

Del resto basta un semplice black-out della rete o della batteria dello smartphone per rimanere al buio sul più bello. E poi, trovare tutte le vie di una montagna e tutte le montagne di un territorio che si possano sfogliare, annotare, sottolineare, accartocciare, strappare, annusare e, in caso di emergenza, bruciare, è sempre un gran piacere e una comodità impagabile, alla faccia del touch screen.

Sette anni dicevamo, un granello di sabbia sulla spiaggia del tempo, ma un momento abbastanza ampio per gli appassionati di quest’area meravigliosa che ne hanno approfittato per far nascere un centinaio di multipitch e far diventare obsoleta l’edizione del 2007. Insomma, sono spuntate come funghi nuove succulente possibilità di scalata, in genere modernamente attrezzate, ma anche in stile trad o di artificiale new age, così come sono state chiodate alcune importanti falesie in quota, arricchendo ulteriormente un patrimonio alpinistico unico.

Addirittura, pareti ancora vergini hanno visto arrampicatori cercare la strada sulla loro pietra, e linee inedite hanno affiancato classiche antiche e moderne. Tanto per fare un esempio, sulla nord ovest del Badile, una muraglia tra le più conosciute e frequentate del massiccio, sono ben sei le vie aperte dopo l’uscita della vecchia edizione.

Raccogliere tutte queste informazioni è stato un duro ed emozionante lavoro. Ho interrogato i loro creatori e messo su carta le dritte per seguirne le tracce, tiro per tiro, con l’obiettivo di agevolare coloro che perdono facilmente il filo. Di qualche protagonista ho stilato una scheda biografica e raccolto le preziose parole sotto forma di racconto o intervista.

Alla fine di questo viaggio mi sono trovato tra le mani un volume talmente corposo che la mannaia dell’editore ha trasformato in due gemelli diversi: uno che guarda a Sud e uno a Nord. Dovrebbero solleticare, con le loro proposte, la voglia di arrampicare sulla roccia superba di questo paradiso verticale.

Ci sono dunque voluti due libri per l’alta quota, ma c’era ancora la Val di Mello. Abbiamo pensato, vista la sua importanza, che meritasse un’edizione a sé ed abbiamo lavorato ad un’opera monografica di ampio respiro, dove ogni itinerario apparisse con il suo carattere e la sua forza, da quelli dei pionieri alle ultime realizzazioni.

Sono stati “scoperti” infatti nuovi posti, come la Grotta del Ferro,  lo Scoglio della Ràsica e  Royal Arches. Linee inedite sono nate su parecchie strutture, così come vie con tanto artificiale sono state percorse interamente in libera, realizzando performance di notevole valore.

Insomma c’è del nuovo nella Valle dei Sassisti. Da alcuni di questi esploratori ho avuto dei contributi scritti, testimonianze di prima mano di un’epopea leggendaria che ha segnato un periodo storico e rivoluzionato il modo di concepire e praticare l’alpinismo.

Seguire i racconti di Masa, Merizzi, Miotti e Boscacci è un po’ respirare l’aria leggera e tagliente di quegli anni, con quel profumo di fieno misto a sterco di mucca, e intravedere il contadino Melàt che brandendo un forcone  intimava al climber di scendere dai sassi e non calpestare l’erba dei prati.

Ma soprattutto è tornare al punto da dove tutto ha avuto inizio, dal coraggio e dalla fantasia che non aveva velleità di andare al potere, ma che ha saputo alfabetizzare le generazioni che sono arrivate dopo. Leggere dunque per capire e riscoprire un mondo di pietra di qualità insuperabile.

E come quello che diceva“il vino si fa anche con l’uva”, ricordate che in montagna si va anche con la Guida (cartacea).

Mario Sertori

 

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