Grande Bellezza delle Alpi? TripAdvisor le cancella
De gustibus non est disputandum. Ma è incredibile che non ci siano le Alpi tra i 10 posti più belli scelti dagli utenti di www.tripadvisor.it che comprende più di 30 mila destinazioni nel mondo. Non una località alpina che sia una compare nel referendum reso noto il 18 giugno, neanche un cenno alle Dolomiti patrimonio dell’umanità e men che meno a ghiacci, foreste e praterie che sono le grandi attrattive della Valle d’Aosta, della Svizzera, della Francia, del Tirolo, dell’Austria, della Slovenia.
In testa, e con buone ragioni, c’è il sito archeologico del Machu Picchu, in Perù, con le sue affascinanti testimonianze della civiltà incaica. Seguono la Gran moschea dello sceicco Zayed ad Abu Dhabi; il Taj Mahal in India; la Cattedrale dell’immacolata concezione di Maria santissima e moschea di Cordova, Spagna; la Basilica di San Pietro, Città del Vaticano; Angkor Wat e il Tempio Bayon in Cambogia; la Chiesa del Salvatore a San Pietroburgo, Russia; il Parco nazionale militare di Gettysburg, Stati Uniti; le Mura di Dubrovnik in Croazia.
Con più di 35 milioni di recensioni e 29 milioni di visitatori al sito ogni mese, è noto che TripAdvisor è “il più grande sito di viaggi sul web”. Ma come sempre queste classifiche lasciano il tempo che trovano. Ci sono posti bellissimi che non vengono mai citati come la Cappadocia. E che dire delle Cinque Terre, della campagna toscana, della Laguna di Venezia nonostante l’invadenza delle meganavi da crociera?
In Italia non risulta che esistano classifiche di questo genere. Soltanto il Fondo Ambiente Italiano annovera tra le sue interessanti iniziative qualcosa di simile, vale a dire il referendum tra gli iscritti sui “luoghi del cuore” che tengono conto della Grande Bellezza delle Alpi vista però nella prospettiva di località minori, sconosciute, non griffate e al tempo stesso minacciate dall’incuria. In Lombardia tra questi luoghi del cuore figurano Chiavenna, Gerola Alta, i boschi della Valle Brembana, l’appartata Val Codera, il Lago Azzurro di Campodolcino, San Pietro al Monte con la sua incantevole chiesa santuario.
La verità è probabilmente che per troppi anni il turismo alpino, e quello italiano in particolare, si è legato alla monocultura dello sci invernale o a quella della ricerca ossessiva dell’abbronzatura d’alta quota. “Si tratta di una gerarchia dei valori della montagna del tutto capovolta rispetto ai nostri vicini francesi, svizzeri, germanici, austriaci, sloveni”, osserva Annibale Salsa, antropologo, già presidente generale del Club Alpino Italiano.
Per fortuna, una sorta di “esotismo di prossimità” totalmente impensabile nel recente passato fa ben sperare per l’avvenire del turismo. E va bene, cari benestanti viaggiatori, visitate pure il Machu Picchu, ma non perdetevi l’incanto del sito archeologico di Mondeval nelle Dolomiti, immerso in un silenzio irreale. E provate a salire, nella tarda primavera, al rifugio Menaggio lungo l’incomparabile sentiero balcone affacciato sui due rami del lago di Como, camminando tra muraglie di gialle ginestre in fiore. (Ser)