Riaperta in Grignetta la splendida “Direttissima”

Fra i più noti itinerari dell’arco alpino, frequentatissima in ogni stagione, la Direttissima della Grignetta torna a essere percorribile. Lo annuncia il Servizio Info Point della Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera curato dalla Casa delle Guide di Introbio e patrocinato dal Soccorso alpino in relazione al progetto “Montagna sicura”.
“Riparato il sentiero della Direttissima in zona Caminetto Pagani” è il laconico comunicato del 20 giugno dove, più avanti, si fa riferimento anche al fatto che l’abbondante innevamento invernale ha causato lo smottamento di molti sentieri e la rottura dei cavi di sicurezza, e si consiglia la massima prudenza.
Una buona notizia, questa della Direttissima: anche perché coincide con l’anniversario della sua inaugurazione avvenuta il 23 e 24 giugno 1923, come testimonia un documento custodito nell’archivio della Sezione di Milano del Cai, che venne diffuso nel cinquantenario della fondazione del sodalizio.
In quella circostanza i gitanti, a quanto si apprende, arrivarono “in camions” da Milano e si sollazzarono con un vermouth d’onore al rifugio Porta ricevendo per sovrapprezzo una medaglia ricordo. Furono i milanesi Eugenio Fasana, Luigi Binaghi e Francesco Maccagno a trovare per primi un passaggio che collegasse il rifugio Porta e il rifugio Rosalba. Successivamente Davide Valsecchi, Giuseppe Pagani e Carlo Carini lo esplorarono per renderlo attrezzabile. Il dislivello è di 300 metri ma con continui saliscendi, il tempo di percorrenza di due ore.
La foto rarissima che MountCity è in grado di pubblicare ci mostra quale fosse il clima di quella giornata di festa, con le signore iscritte al Cai in pompa magna che reggono le bandiere con lo stemma sabaudo e le insegne della sezione.
Come si può leggere nel volume di Eugenio Pesci dedicato alle Grigne della collana Cai-Tci Guida dei Monti d’Italia, questo magnifico itinerario attraversa tutto il dolomitico versante sud della Grignetta, con splendide visuali ravvicinate su pareti, torri, guglie e canaloni, e lunghi tratti ben attrezzati con catene e infissi metallici.
Il Caminetto Pagani dove il sentiero era interrotto si trova in una caratteristica spaccatura e lo si supera per mezzo di due verticali scalette successive.
Pericoli? Dovunque tra questi pinnacoli occorre muoversi con estrema cautela. “La Grignetta”, spiega Pesci, “è stata per molti anni il piccolo laboratorio degli alchimisti lombardi del verticale, a partire da Eugenio Fasana, passando per il noto gruppo dei lecchesi, Cassin, Dell’Oro, Panzeri, Esposito, Tizzoni, Castagna, Gandin, Vitali, per arrivare agli arrampicatori moderni, come Paolo Vitali, Pietro Corti, Ivano Zanetti e il sottoscritto”.
“Tutti costoro”, riferisce ancora Pesci, provetto scalatore milanese, insegnante di filosofia, scrittore apprezzato, “hanno sperimentato sulle esplosive e brevi guglie di questa perfida montagna tecniche e creatività quasi sempre poi esportate al di fuori dei suoi ristretti confini. Certo manca il respiro delle pareti dolomitiche, ma spesso in pochi intensi metri si specchia lo stile compresso e quasi violento della civiltà industriale post-moderna. E in effetti le Grigne hanno in gran parte questo spirito e questo sapore: rispecchiano l’etica dominante delle fabbriche e dello smog padano che dominano. Ma nelle giornate di inversione termica, al contrario, esse cambiano volto ed essenza, diventando un altro mondo, una perfetta eterotopia, così che tutte le scalate che si possono trovare su queste splendide rocce improvvisamente assumono il colore vincente di una vita più libera e vera”.
ottimo restauro, grazie Fabio Lenti!