Il mondo incantato di Giulia e Mario
Un grande amore nato dalla comune passione per i viaggi avventurosi. Una bella casa che si affaccia sui dolci declivi della Brianza, a Olgiate Molgora. Riconoscimenti ricevuti in tutto il mondo. Difficile non invidiare Giulia Castelli Gattinara e Mario Verin, moglie e marito, tanto più se si è avuta occasione, come è capitato al sottoscritto, di sperimentare la loro affabile ospitalità. Suscita meraviglia in questi giorni un loro libro appena pubblicato, “Il libro del Selvaggio Blu” (Edizioni Enrico Spanu, 24×24 cm, 176 pagine, 29,90 euro).
E’ la storia, ovviamente illustratissima, di un sentiero tra i più belli e impegnativi del Mediterraneo. Fu proprio Verin, che è anche alpinista provetto, socio del Club alpino accademico, a idearlo e ad aprirlo tra il 1987 e il 1988 insieme con l’amico Peppino Cicalò, un architetto nativo dell’isola. Le immagini sono accompagnate da brevi storie e da alcuni focus dedicati alla cultura pastorale, alla gente di Baunei e alla geologia della regione.
Filo conduttore è l’itinerario in quattro tappe da Pedra Longa a Cala Sisine, nato collegando antichi sentieri di pastori a vertiginosi passaggi d’arrampicata, che accompagna il lettore alla scoperta del Supramonte e delle sue scogliere a picco sul mare. In appendice una scheda tecnica con il tracciato gps riportato su una carta DEM offre una descrizione dettagliata e le informazioni necessarie per affrontare il percorso nella sua versione originale e più impegnativa.
“Oggi il nome ‘Selvaggio Blu’”, spiegano Giulia e Mario, “viene usato in senso generico per indicare i trekking in Ogliastra. Ognuno interpreta il sentiero a modo suo e sono pochissime le guide che lo propongono nella versione integrale, così come era stata tracciata dagli autori. Dopo 25 anni a Baunei c’è ancora chi lo ama e chi lo odia, chi ne prova invidia e chi lo vorrebbe proteggere. Tutti hanno una storia da raccontare. Ma Selvaggio Blu è uno solo, questa è la sua storia”.
La storia di “Selvaggio Blu” s’inizia in realtà a metà degli anni Ottanta del secolo scorso con l’arrivo in Ogliastra degli alpinisti del “continente”. Nel 1981 Alessandro Gogna e Maurizio Zanolla aprono la prima via d’arrampicata sulla guglia di Goloritzè, un monolito di calcare alto 140 metri a picco sul mare. L’escursionismo si affaccia sulle riviste nazionali con Jacopo Merizzi che nel 1985 firma su Airone un trekking da Cala Luna a Baunei, percorrendo Codula Sisine.
Verin, che ha già scalato le pareti più difficili delle Alpi, rimane affascinato dall’ambiente selvaggio del Supramonte. A invitarlo nella casa di Santa Maria Navarrese è l’amico sardo Cicalò che lo mette a parte di una vecchia idea coltivata assieme al fratello Piero fin da quando erano ragazzi: partire a piedi da Pedra Longa e raggiungere Cala Sisine seguendo il bordo della falesia.
“La sfida è interessante”, racconta oggi Verin nelle pagine del libro appena uscito, “le vertiginose pareti sul mare, il carattere roccioso del Supramonte, l’orizzonte blu del golfo che si confonde col cielo colpiscono la mia immaginazione. Partiamo in tre, con Piero che ci accompagna per un primo tratto…” .
Poi da soli, Verin e Cicalò proseguono su lame di calcare affilate come coltelli, attraverso una macchia mediterranea dove in molti tratti non è mai passato nessuno. La durezza contorta dei ginepri, la chioma possente dei lecci secolari, gli stupefacenti affacci sul mare li entusiasmano. L’obiettivo è quello di tenersi il più possibile sull’orlo degli strapiombi per non perdere gli scorci sul mare e quella emozionante dimensione aerea che segnerà l’originalità di “Selvaggio Blu”.
Ser